Chi cazzo è Sandro??
Cos'è Sandro??
Perchè scrivi delle tue pomiciate sullo status della chat di GMail??
Ma Zolpho sta bene??
Ecco alcune delle domande che mi sono state poste da lunedì scorso, ovvero da quando tutti sanno che sono innamorata di Sandro.
Sandro è bellissimo e tutto verde.
È piccolo e gli sto cucendo un vestitino invernale su misura, solo per lui, verde e viola e supermorbidoso, perchè dopodomani io e Sandro prendiamo un aeroplanino e torniamo in Italia per le vacanze di NaSale, e non voglio che lui patisca il freddo. Non sa ancora cos'è, il freddo!
Sandro pesa poco e non è liquido, quindi non pagherà il biglietto dell'aereo.
Sandro con me parla inglese, ma io gli scrivo in italiano, in spagnolo e a volte anche in giapponese, tanto lui è intelligentissimo e mi capisce sempre.
Sandro ha un carattere un po' particolare, ed è un tipo indipendente e intraprendente. È gentile e mi aiuta a fare tante cose nuove che prima non facevo. Mi dà molta soddisfazione lavorare insieme a Sandro!
Ecco, Sandro vive con me da poco più di una settimana, ma siamo già innamoratissimi e non ci separiamo mai.
Ah, per quanto riguarda Zolpho... lui è felicissimo di Sandro, anzi, è stato proprio Zolpho a presentarmelo!
Sono proprio una ragazzina fortunella...
Oggi lascio una fotina verde perchè Sandro adora il verde brillante, ma presto ci faremo una foto insieme e la pubblicherò così tutti potranno vedere quanto è bello il mio Sandrino:
martes, 21 de diciembre de 2010
domingo, 12 de diciembre de 2010
e anche questa è fatta # nel giorno relax c'è tempo anche per un film
...ma rigorosamente da sola e rigorosamente Woody. La Cineteca di Madrid (Cine Dorè) è semplicemente fantastica.
jueves, 18 de noviembre de 2010
è arrivato
È arrivato il voucher per il JLPT 2010...
Livello N4. Madrid.
Questo significa che sono ufficialmente iscritta all'esame.
Non ho più scuse per non presentarmi!
E ancora non so un cazzo.
Inoltre oggi ho dato la mia disponibilità per un nuovo lavoro che in teoria non mi permetterebbe di seguire il corso di giapponese il venerdí pomeriggio... Madonna. Vediamo come va.
Oggi niente foto, ma un invito a fare una donazione a Wikimedia Foundation.
Bastardi maledetti che da anni usate tutti i giorni Wikipedia e non le avete mai regalato manco mille lire.. ce l'ho con voi!
Livello N4. Madrid.
Questo significa che sono ufficialmente iscritta all'esame.
Non ho più scuse per non presentarmi!
E ancora non so un cazzo.
Inoltre oggi ho dato la mia disponibilità per un nuovo lavoro che in teoria non mi permetterebbe di seguire il corso di giapponese il venerdí pomeriggio... Madonna. Vediamo come va.
Oggi niente foto, ma un invito a fare una donazione a Wikimedia Foundation.
Bastardi maledetti che da anni usate tutti i giorni Wikipedia e non le avete mai regalato manco mille lire.. ce l'ho con voi!
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sábado, 13 de noviembre de 2010
che ci fa pieter in Sardegna?
Sí, tante novitá, tanti aggiornamenti...
Pieter è in Sardegna a lavorare con il sole. È contento dei colori delle foto del blog.
Sabato scorso abbiamo bicimanifestato per la pista ciclabile sulla Gran Vía a Valencia, ed è stato bellissimo avere la strada tutta per noi, una volta tanto...
Non ho ancora ricevuto dall'Università Autonoma di Madrid la conferma dell'iscrizione al Noken... Non ricordo quando la ricevetti l'anno scorso, quindi non capisco se mi devo preoccupare oppure no (mancano poco più di tre settimane al giorno dell'esame).
Sono diventata la paladina e salvatrice delle aiuole di merda di tutto il mondo, e comincio con quella del nostro condominio, che da quando non abbiamo più Julian, il portinaio, fa cagare. Mi sono offerta volontaria per pulirla. E come sempre quando si parla di volontariato qualcuno mi ha chiesto perchè non mi faccio pagare... Nervi.
Parlando di volontariato, forse c'è una scappatoia burocratica per la creazione di una sede di BookCycle a Roma e quindi anche a Valencia.
Ho scoperto che il brain storming funziona benissimo anche in due.
A Valencia fa ancora tanto caldo e non mi azzardo a mettere altro oltre una felpa per uscire di giorno.
Domani infatti ne approfittiamo e scappiamo a fare una super gita in bici al Parque Fluvial del Turia. Per far venire anche Z. gli abbiamo detto che la nostra meta è una birreria - asador a RibaRoja.
Oggi ho anche scoperto che in Spagna la sigla P.O.R.N. significa Plan de Ordenación de Recursos Naturales. Ma quanto si divertono 'sti spagnoli?
Pieter è in Sardegna a lavorare con il sole. È contento dei colori delle foto del blog.
Sabato scorso abbiamo bicimanifestato per la pista ciclabile sulla Gran Vía a Valencia, ed è stato bellissimo avere la strada tutta per noi, una volta tanto...
Non ho ancora ricevuto dall'Università Autonoma di Madrid la conferma dell'iscrizione al Noken... Non ricordo quando la ricevetti l'anno scorso, quindi non capisco se mi devo preoccupare oppure no (mancano poco più di tre settimane al giorno dell'esame).
Sono diventata la paladina e salvatrice delle aiuole di merda di tutto il mondo, e comincio con quella del nostro condominio, che da quando non abbiamo più Julian, il portinaio, fa cagare. Mi sono offerta volontaria per pulirla. E come sempre quando si parla di volontariato qualcuno mi ha chiesto perchè non mi faccio pagare... Nervi.
Parlando di volontariato, forse c'è una scappatoia burocratica per la creazione di una sede di BookCycle a Roma e quindi anche a Valencia.
Ho scoperto che il brain storming funziona benissimo anche in due.
A Valencia fa ancora tanto caldo e non mi azzardo a mettere altro oltre una felpa per uscire di giorno.
Domani infatti ne approfittiamo e scappiamo a fare una super gita in bici al Parque Fluvial del Turia. Per far venire anche Z. gli abbiamo detto che la nostra meta è una birreria - asador a RibaRoja.
Oggi ho anche scoperto che in Spagna la sigla P.O.R.N. significa Plan de Ordenación de Recursos Naturales. Ma quanto si divertono 'sti spagnoli?
martes, 9 de noviembre de 2010
so 90's (ma la parte brutta)
Cosa si fa quando la coinquilina mette su "Tranky Funky" a palla in sala?
p.s. al post di ieri: fumatevi una canna dopo non averlo fatto per almeno tre mesi, vedrete che risate quando, tra le altre cose, metterete la sveglia alle 20:40 invece che alle 08:40....
p.s. al post di ieri: fumatevi una canna dopo non averlo fatto per almeno tre mesi, vedrete che risate quando, tra le altre cose, metterete la sveglia alle 20:40 invece che alle 08:40....
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lunes, 8 de noviembre de 2010
sí, anche a Valencia abbiamo l'autunno
Fumarsi la prima canna con un nuovo coinquilino ha sempre un certo sapore di cerimonia d'iniziazione.
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jueves, 4 de noviembre de 2010
aggiornamenti :: 3 ::
E anche il primo giorno a Madrid è sistemato. :)
Sempre con CouchSurfing staró a casa di una coppia davvero strana: lei è olandese e lui uruguayano.
Lei fa yoga, è bionda, tanto carina e esile.
Lui... bé, lui è uruguayano! C'ha la panza, é tutto scuro e gli piace il calcio.
Non vedo l'ora di conoscerli, giuro. Mi sa che ci sará da ridere.
Forse forse ho anche trovato una compagna di viaggio... ma non vi anticipo nulla!
Oggi non ho né lavorato né studiato.
Sono andata a yoga, ho cambiato i vasi alle piante nuove che avevo comprato ieri (un prezzemolo, un basilico e una piccolissima edera), ho sistemato e pulito il mio terrazzino vista mare, e ho bevuto latte (di soia) e nesquick (il mio ossimoro preferito).
Vi lascio con la foto del nano a causa del quale mia mamma non mi caga da un mese e mezzo.
Sempre con CouchSurfing staró a casa di una coppia davvero strana: lei è olandese e lui uruguayano.
Lei fa yoga, è bionda, tanto carina e esile.
Lui... bé, lui è uruguayano! C'ha la panza, é tutto scuro e gli piace il calcio.
Non vedo l'ora di conoscerli, giuro. Mi sa che ci sará da ridere.
Forse forse ho anche trovato una compagna di viaggio... ma non vi anticipo nulla!
Oggi non ho né lavorato né studiato.
Sono andata a yoga, ho cambiato i vasi alle piante nuove che avevo comprato ieri (un prezzemolo, un basilico e una piccolissima edera), ho sistemato e pulito il mio terrazzino vista mare, e ho bevuto latte (di soia) e nesquick (il mio ossimoro preferito).
Vi lascio con la foto del nano a causa del quale mia mamma non mi caga da un mese e mezzo.
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miércoles, 3 de noviembre de 2010
aggiornamenti :: 2 :: (sottotitolo: viva couchsurfing)
E un altro aggiornamento figo di oggi è: ho trovato casa a Madrid per i giorni dell'esame!!
Saró ospite di due ragazze (tramite CouchSurfing), di cui una make up artist e vegetariana. Yeah.
Ho visto le foto della casa ed è molto carina e colorata.
È nel barrio Lavapies, e anche molto vicino a Sol, da dove posso prendere il trenino che mi porterá a Campoblanco il giorno dell'esame. E che culo!!!
Il primo giorno (giovedí 2 dicembre) è ancora scoperto, ma non fa nulla, perchè ho ancora qualche rischiesta in "forse", e poi al massimo per una notte posso andare in ostello.
Insomma, tutto piano piano si mette al suo posto. La minivacanzina a Madrid tutta sola comincia a piacermi. Ora l'unica cosa che devo fare è... passare quel maledetto esame o sará stato tutto uno sbattimento inutile...
Ah, se avete cliccato sull'ultimo link di questo post guardate la sezione "Results": mi trovate nella riga "2009-2", "4級" alla voce... "JLPT in Overseas: Certified"!
:)
Son soddisfazioni, scusate.
E ora mi prendo la libertá di lasciarvi con la foto dell'albero non solo borracho, ma pure anarchico.
Saró ospite di due ragazze (tramite CouchSurfing), di cui una make up artist e vegetariana. Yeah.
Ho visto le foto della casa ed è molto carina e colorata.
È nel barrio Lavapies, e anche molto vicino a Sol, da dove posso prendere il trenino che mi porterá a Campoblanco il giorno dell'esame. E che culo!!!
Il primo giorno (giovedí 2 dicembre) è ancora scoperto, ma non fa nulla, perchè ho ancora qualche rischiesta in "forse", e poi al massimo per una notte posso andare in ostello.
Insomma, tutto piano piano si mette al suo posto. La minivacanzina a Madrid tutta sola comincia a piacermi. Ora l'unica cosa che devo fare è... passare quel maledetto esame o sará stato tutto uno sbattimento inutile...
Ah, se avete cliccato sull'ultimo link di questo post guardate la sezione "Results": mi trovate nella riga "2009-2", "4級" alla voce... "JLPT in Overseas: Certified"!
:)
Son soddisfazioni, scusate.
E ora mi prendo la libertá di lasciarvi con la foto dell'albero non solo borracho, ma pure anarchico.
aggiornamenti ::1::
Aggiornamenti sull'impresa impossible "è possibile studiare 200 kanji in una settimana?".
Risposta: sí, credo sia assolutamente possibile, perché io sono arrivata a 96 in tre giorni e non è stato poi così complicato. Alla fine peró ho mollato il colpo perchè ho deciso di portarmi un po' avanti con la grammatica e prendermi una pausa dai kanji.
Per la grammatica del Noken N4 fino a pochi giorni fa
ero preoccupatissima perchè l'unico materiale che trovavo in rete erano maledetti e strarivisti e tutti uguali esercizi. Mai un bel compendio con tutte le regoline grammaticali che potrebbero uscire nell'esame!!
L'anno scorso per l'N5 mi preparó la mia mitica Maite Sensei, e lei aveva un libro magico dove c'erano le regole, il vocabolario e i kanji dell'esame.. in inglese!!! Una pacchia incredibile. Poi vabbè, ovviamente da studiare tutto in poche settimane é un mattonazzo, peró sapere che esiste evita tantissimi problemi, credetemi. Se avete mai studiato per un esame di giapponese sapete di cosa parlo.
Studiare con un libro monolingua, cioè tutto in giapponese, è giusto e utile. Ma solo se hai tempo!!! E io il tempo non ce l'ho piú, perchè tra settembre e ottobre la casa è stata sempre piena di ospiti e l'esame è tra un mese. E non so un cazzo di niente.
Ho cercato disperatamente lo stesso libro ma per l'N4. Non ho scelto l'avverbio a caso, giuro. Anche per questo vi risparmio i dettagli e vi racconto solo la fine della ricerca: non ho trovato il libro, ma (dopo tre giorni) un bel sito che consiglio e divulgo (vi mando direttamente la pagina che mi devo ciucciare io, cosí mi prendete un po' per il culo e siete contenti):
http://dev.jgram.org/pages/viewList.php?lv=3
Risposta: sí, credo sia assolutamente possibile, perché io sono arrivata a 96 in tre giorni e non è stato poi così complicato. Alla fine peró ho mollato il colpo perchè ho deciso di portarmi un po' avanti con la grammatica e prendermi una pausa dai kanji.
Per la grammatica del Noken N4 fino a pochi giorni fa
ero preoccupatissima perchè l'unico materiale che trovavo in rete erano maledetti e strarivisti e tutti uguali esercizi. Mai un bel compendio con tutte le regoline grammaticali che potrebbero uscire nell'esame!!
L'anno scorso per l'N5 mi preparó la mia mitica Maite Sensei, e lei aveva un libro magico dove c'erano le regole, il vocabolario e i kanji dell'esame.. in inglese!!! Una pacchia incredibile. Poi vabbè, ovviamente da studiare tutto in poche settimane é un mattonazzo, peró sapere che esiste evita tantissimi problemi, credetemi. Se avete mai studiato per un esame di giapponese sapete di cosa parlo.
Studiare con un libro monolingua, cioè tutto in giapponese, è giusto e utile. Ma solo se hai tempo!!! E io il tempo non ce l'ho piú, perchè tra settembre e ottobre la casa è stata sempre piena di ospiti e l'esame è tra un mese. E non so un cazzo di niente.
Ho cercato disperatamente lo stesso libro ma per l'N4. Non ho scelto l'avverbio a caso, giuro. Anche per questo vi risparmio i dettagli e vi racconto solo la fine della ricerca: non ho trovato il libro, ma (dopo tre giorni) un bel sito che consiglio e divulgo (vi mando direttamente la pagina che mi devo ciucciare io, cosí mi prendete un po' per il culo e siete contenti):
http://dev.jgram.org/pages/viewList.php?lv=3
BICIFESTACIÓN SABADO 6 NOVIEMBRE
Questo sabato 6 novembre 2010 alle 11:30 parte la BiciFestación dal Paseo de la Alameda di Valencia, per manifestare contro i nuovi piani di rimodellamento urbano che non prevedono piste ciclabili sulle Grandes Vias.
Este sabado 6 de noviembre 2010 a las 11:30 sale del Paseo de la Alameda de Valencia la BiciFestación para reclamar bici en las Grandes Vías, ya que no se contempla en la proxima remodelación que se va a hacer.
domingo, 31 de octubre de 2010
come (non) uscire da Facebook, ovvero l'ennesimo tentativo di suicidio rituale su un social network
Diversi mesi fa avevo fatto suicidio rituale (ma non tanto) sul social network più insidioso del mondo: Facebook (o Fèisbuc, nella sua translitterazione italiana). Avevo mandato una letterina d'addio agli amichetti e avevo anche ricevuto risposte da persone che mi chiedevano di non farlo. Inutile.
Avevo impiegato ore cercando di eliminare tutti i miei dati, perchè le macchine da suicidio virtuali (come Seppukoo: http://www.seppukoo.com/) all'epoca erano state bloccate appunto da Facebook e compagnia bella.
Uno sbattimento incredibile.
E inutile. Perchè... sorpresa! Una volta disattivato l'account di Facebook avevo cercato di rientrare, per vedere cosa succedeva.
E cosa credete che successe? Niente, ricevetti un messaggio di bentornato da parte del team di Facebook, e scordiamoci 'o passato.
Scoprii che era tutto inutile, e il mio account era stato solo temporaneamente "spento". Ma riaccenderlo era questione di un attimo.
Presa dallo sconforto, dimenticai anche di eliminare tutte le foto dell'account.
Oggi, a distanza di mesi, anche per celebrare il Samahin, mi sono rimboccata le maniche e ho portato a termine (un po' piú di prima, almeno) il mio suicidio virtuale.
Ho eliminato circa 30 o 40 album di foto, 232 amici, le foto del profilo, la formazione accademica e tutto quello che era rimasto nei dati del profilo.
L'email non l'ho potuta cancellare, e nemmeno cambiare con una falsa. Però l'ho resa invisibile (era il massimo consentito).
Quello che resta ora è un profilo vuoto e le foto di me con gli altri. Porca troia. Circa 90. È tantissimo! E vabbè.
Ho anche copiato gli indirizzi email di alcuni amici che non avevo ancora tra i contatti di GMail.
E, come al solito, ho scoperto qualche altra vecchia amica che si è appena sposata (una ieri) o ha figliato.
Tutte che figliano.
Tranne me.
Alcune di loro sono diventate orrende. 'Ste facce cadenti, 'sti corpi deformi... uno schifo. Di quelle racchie non ho nemmeno salvato l'email.
Decidere quali indirizzi salvare non è stato difficile. Anzi, è stato abbastanza liberatorio disfarsi per l'ennesima volta di gente che mi è sempre stata sul cazzo o che non sento da ere.
Invece, vedere che i miei amici sono ancora tutti lí, a diventare scemi su Facebook... eh, quello sì che mi ha rattristato, cazzo.
La mia vita oltre Facebook (come dicono quelli di Seppukoo) è così (dove X è un interlocutore qualsiasi e N sono io):
caso 1:
X: "C'è questo gruppo carino... Ce l'hai Facebook?"
N: "No"
X: "Ah. Bè, se guardi su Facebook lo trovi..."
caso 2:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ce l'ho, dammi l'email"
X: "Ah. Bè, cercami su Facebook!"
caso 3:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ce l'ho"
X: "Ah. E perchè, scusa?"
3B:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ho Facebook"
X: "Perchè?"
N (presa bene): "Tra le altre cose, perchè una volta che metti una foto su Facebook non è piú tua, ma diventa di proprietá di Facebook"
X: "Ah. Bè, basta che non metti foto, no?"
(variante 1 di X): "Ma è così divertente taggare le foto su Facebook!!".
(variante 2): "Tanto quelle che metto su Facebook sono tutte foto del cavolo!".
(variante 3): "E come fai allora a stare in contatto con la gente che conosci?").
Forse l'ultima variante è la piú fastidiosa.
Avevo impiegato ore cercando di eliminare tutti i miei dati, perchè le macchine da suicidio virtuali (come Seppukoo: http://www.seppukoo.com/) all'epoca erano state bloccate appunto da Facebook e compagnia bella.
Uno sbattimento incredibile.
E inutile. Perchè... sorpresa! Una volta disattivato l'account di Facebook avevo cercato di rientrare, per vedere cosa succedeva.
E cosa credete che successe? Niente, ricevetti un messaggio di bentornato da parte del team di Facebook, e scordiamoci 'o passato.
Scoprii che era tutto inutile, e il mio account era stato solo temporaneamente "spento". Ma riaccenderlo era questione di un attimo.
Presa dallo sconforto, dimenticai anche di eliminare tutte le foto dell'account.
Oggi, a distanza di mesi, anche per celebrare il Samahin, mi sono rimboccata le maniche e ho portato a termine (un po' piú di prima, almeno) il mio suicidio virtuale.
Ho eliminato circa 30 o 40 album di foto, 232 amici, le foto del profilo, la formazione accademica e tutto quello che era rimasto nei dati del profilo.
L'email non l'ho potuta cancellare, e nemmeno cambiare con una falsa. Però l'ho resa invisibile (era il massimo consentito).
Quello che resta ora è un profilo vuoto e le foto di me con gli altri. Porca troia. Circa 90. È tantissimo! E vabbè.
Ho anche copiato gli indirizzi email di alcuni amici che non avevo ancora tra i contatti di GMail.
E, come al solito, ho scoperto qualche altra vecchia amica che si è appena sposata (una ieri) o ha figliato.
Tutte che figliano.
Tranne me.
Alcune di loro sono diventate orrende. 'Ste facce cadenti, 'sti corpi deformi... uno schifo. Di quelle racchie non ho nemmeno salvato l'email.
Decidere quali indirizzi salvare non è stato difficile. Anzi, è stato abbastanza liberatorio disfarsi per l'ennesima volta di gente che mi è sempre stata sul cazzo o che non sento da ere.
Invece, vedere che i miei amici sono ancora tutti lí, a diventare scemi su Facebook... eh, quello sì che mi ha rattristato, cazzo.
La mia vita oltre Facebook (come dicono quelli di Seppukoo) è così (dove X è un interlocutore qualsiasi e N sono io):
caso 1:
X: "C'è questo gruppo carino... Ce l'hai Facebook?"
N: "No"
X: "Ah. Bè, se guardi su Facebook lo trovi..."
caso 2:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ce l'ho, dammi l'email"
X: "Ah. Bè, cercami su Facebook!"
caso 3:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ce l'ho"
X: "Ah. E perchè, scusa?"
3B:
X: "Ti dó il mio Facebook"
N: "No, non ho Facebook"
X: "Perchè?"
N (presa bene): "Tra le altre cose, perchè una volta che metti una foto su Facebook non è piú tua, ma diventa di proprietá di Facebook"
X: "Ah. Bè, basta che non metti foto, no?"
(variante 1 di X): "Ma è così divertente taggare le foto su Facebook!!".
(variante 2): "Tanto quelle che metto su Facebook sono tutte foto del cavolo!".
(variante 3): "E come fai allora a stare in contatto con la gente che conosci?").
Forse l'ultima variante è la piú fastidiosa.
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odio dormire con i gatti
Che bello avere un gatto in casa!!
Che brutto svegliarsi mille volte durante la notte perchè qualcuno ha lasciato in camera vostra il gatto e il feline ha passato la notte muovendosi sulla vostra faccia / pancia e singhiozzando per una palla di pelo incastrata in gola!!
Comunque è anche bellissimo svegliarsi tardi una domenica mattina (appunto perchè il gatto non vi ha lasciato dormire) e poi dopo cinque minuti scoprire che durante la notte si è passati all'ora legale. O solare. O serale. O illegale. Insomma, pensavo fosse l'una invece era ancora mezzogiorno!
La roba dell'ora legale non l'ho mai capita. Si suppone che se si aggiungono ore di luce da una parte bisogna toglierle da un'altra, e quindi che cazzo di senso ha?
Me lo potrete spiegare mille volte ma non la troveró mai un'idea decente. Anzi, se becco quello che si è inventato 'sta cazzata ci litigo.
Quello che bisognerebbe fare per risparmiare risorse è fare pagare l'elettricitá un casino di soldi a quelli che sprecano, che lasciano tutto acceso e vanno al mare, che mettono il frigo a palla per raffreddare le birre in poco tempo, che appena fa un po' di caldino appizzano l'aria condizionata che sembra di stare in un freezer, che lasciano il computer acceso tutta la notte perchè la mattina gli dá fastidio aspettare cinque minuti perchè si accenda, che a Natale montano il giardino come se fossimo a Las Vegas e che hanno 5 televisioni (una per ogni componente della famiglia) di norma tutte sintonizzate sullo stesso canale contemporaneamente.
Che brutto svegliarsi mille volte durante la notte perchè qualcuno ha lasciato in camera vostra il gatto e il feline ha passato la notte muovendosi sulla vostra faccia / pancia e singhiozzando per una palla di pelo incastrata in gola!!
Comunque è anche bellissimo svegliarsi tardi una domenica mattina (appunto perchè il gatto non vi ha lasciato dormire) e poi dopo cinque minuti scoprire che durante la notte si è passati all'ora legale. O solare. O serale. O illegale. Insomma, pensavo fosse l'una invece era ancora mezzogiorno!
La roba dell'ora legale non l'ho mai capita. Si suppone che se si aggiungono ore di luce da una parte bisogna toglierle da un'altra, e quindi che cazzo di senso ha?
Me lo potrete spiegare mille volte ma non la troveró mai un'idea decente. Anzi, se becco quello che si è inventato 'sta cazzata ci litigo.
Quello che bisognerebbe fare per risparmiare risorse è fare pagare l'elettricitá un casino di soldi a quelli che sprecano, che lasciano tutto acceso e vanno al mare, che mettono il frigo a palla per raffreddare le birre in poco tempo, che appena fa un po' di caldino appizzano l'aria condizionata che sembra di stare in un freezer, che lasciano il computer acceso tutta la notte perchè la mattina gli dá fastidio aspettare cinque minuti perchè si accenda, che a Natale montano il giardino come se fossimo a Las Vegas e che hanno 5 televisioni (una per ogni componente della famiglia) di norma tutte sintonizzate sullo stesso canale contemporaneamente.
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sábado, 30 de octubre de 2010
il divano caduto dal cielo
Quello che vedete nella foto si suppone che sia un divano, probabilmente un due posti, che però non dovrebbe trovarsi dove si trova.
È a 9 piani sotto di noi, su una terrazza dove c'è solo la piscina all'aperto e che in questo periodo dell'anno è sempre chiusa, e inaccessibile dalla strada senza una scaletta, una scimmia o un aiuto del genere.
Alla destra del supposto divano c'è un muretto. Oltre il muretto un salto di almeno un piano, ma forse anche un po' di più.
Se fosse stato lanciato da un balcone, non dovrebbe essere stato da un piano alto perchè il divano non è completamente distrutto, anzi, sembra aver retto bene l'impatto. Zolpho suggerisce un secondo piano al massimo.
Inoltre, non dovrebbe essere stato lanciato dal nostro condominio, dato che tra il nostro balcone (punto dal quale è stata scattata la foto) e la posizione del divano ci sono alcuni metri (non molti, in realtá, ma sufficienti a suggerire un lancio dal condominio di fronte piuttosto che dal nostro).
Se fosse stato lanciato dalla strada la cosa avrebbe potuto andare più o meno in questo modo: sarebbe stata portata una macchina, possibilmente un po' alta, fino sotto il muretto, si sarebbe saliti sul tetto della macchina con il divano in spalla e lo si sarebbe lanciato dall'altra parte del muro.
È una cosa senza senso, lo so, ma anche lanciare un divano dal balcone lo è!
In realtà l'ingegnere, da quel di Carpaneto Piacentino dove si trova in questi giorni, mi ha suggerito in conf-call via GMail che è molto più plausibile la teoria del lancio dal balcone, teoria appoggiata anche dalla rinomata pigrizia degli spagnoli nel buttare le cose (soprattutto quelle ingombranti).
Si accettano proposte. Il brain storming sul divano caduto dal cielo è aperto.
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viernes, 29 de octubre de 2010
秋 + 心 = 愁い
L'altro giorno è arrivato l'autunno a Valencia, però nessuno mi ha avvisato e io sono uscita vestita come al solito.
Il risultato è un bel raffreddore che mi ha tenuta in casa un paio di giorni e mi ha dato la possibilitá di perdere soldi delle lezioni e di studiare kanji.
Comunque tranquilli, l'autunnno a Valencia non è poi cosí male!
PS: ho scoperto che il kanji di "malinconia" è formato da "autunno" + "cuore"...
Il risultato è un bel raffreddore che mi ha tenuta in casa un paio di giorni e mi ha dato la possibilitá di perdere soldi delle lezioni e di studiare kanji.
Comunque tranquilli, l'autunnno a Valencia non è poi cosí male!
PS: ho scoperto che il kanji di "malinconia" è formato da "autunno" + "cuore"...
愁
evvai di ostello
Mi ha scritto Lucía, amica gallega che vive a Madrid.
Come sospettavo, per il ponte dell'8 di dicembre sará in vacanza anche lei. Come tutti gli spagnoli.
Io non sono spagnola quindi saró in sbattimento per il Noken.
Ieri mi sono buttata un po' giú cercando di fare una simulazione d'esame. Davvero non sono pronta e non credo lo saró in un mese.
Ma poi ho pensato a tutti i soldi che ho giá speso tra tassa d'esame e biglietto aereo Valencia - Madrid... Questo mi convince sempre a provarci. Almeno!
A proposito di soldi... oggi ho scoperto di avere 35 euro sul conto in banca. Come cazzo è potuto succedere?? Trentacinque!! Dio, praticamente sono nullatenente.
Settimana prossima mi pagano, ma nemmeno tanto... Quest'anno mi sembra tutto più difficile, economicamente parlando. Forse era così anche a settembre dell'anno scorso, e quasi sicuramente lo era dato che lavoravo meno, ma non mi ricordo, e sinceramente non ho voglia di andare a spulciare gli estratti conto di un anno fa, per poi magari scoprire che mi sbaglio.
A volte preferisco vivere nell'ignoranza. Questa è una di quelle volte.
Dato che la possibilità di farmi ospitare da Lucía sfuma, le possibilitá di alloggio a Madrid sono due:
ostello
CouchSurfing
Ci proveró con CS, e spero di trovare almeno qualcuno che mi ospiti una notte, giusto per risparmiare un po' sull'ostello che, sono quasi sicura, mi toccherà pagarmi.
E intanto se c'è qualche anima buona a Madrid con un angolino di casa libero mi faccia sapere...
Come sospettavo, per il ponte dell'8 di dicembre sará in vacanza anche lei. Come tutti gli spagnoli.
Io non sono spagnola quindi saró in sbattimento per il Noken.
Ieri mi sono buttata un po' giú cercando di fare una simulazione d'esame. Davvero non sono pronta e non credo lo saró in un mese.
Ma poi ho pensato a tutti i soldi che ho giá speso tra tassa d'esame e biglietto aereo Valencia - Madrid... Questo mi convince sempre a provarci. Almeno!
A proposito di soldi... oggi ho scoperto di avere 35 euro sul conto in banca. Come cazzo è potuto succedere?? Trentacinque!! Dio, praticamente sono nullatenente.
Settimana prossima mi pagano, ma nemmeno tanto... Quest'anno mi sembra tutto più difficile, economicamente parlando. Forse era così anche a settembre dell'anno scorso, e quasi sicuramente lo era dato che lavoravo meno, ma non mi ricordo, e sinceramente non ho voglia di andare a spulciare gli estratti conto di un anno fa, per poi magari scoprire che mi sbaglio.
A volte preferisco vivere nell'ignoranza. Questa è una di quelle volte.
Dato che la possibilità di farmi ospitare da Lucía sfuma, le possibilitá di alloggio a Madrid sono due:
ostello
CouchSurfing
Ci proveró con CS, e spero di trovare almeno qualcuno che mi ospiti una notte, giusto per risparmiare un po' sull'ostello che, sono quasi sicura, mi toccherà pagarmi.
E intanto se c'è qualche anima buona a Madrid con un angolino di casa libero mi faccia sapere...
jueves, 28 de octubre de 2010
miércoles, 27 de octubre de 2010
per quelli che (ancora) vivono in Italia
Cliccate su questo link:
http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp
..e compilate il modulo inserendo il testo qui riportato, o uno simile (ma leggetelo tutto!):
" Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo,essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501.../1998, nella fattispecie articolo 13 comma e, e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità. Ringraziando per l'attenzione porgo distinti saluti. "
Lo so che tutti voi, esattamente come me, il libro di Silvio lo volete! E in duplice copia, per regalarlo agli amici sfortunati che vivono all'estero e che Silvio non si caga piú da tempo, ormai.
Ma è per una buona causa!
Ah, il link me l'ha mandato oggi mia sorella ma non mi chiedete dove l'ha pescato.
http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp
..e compilate il modulo inserendo il testo qui riportato, o uno simile (ma leggetelo tutto!):
" Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo,essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501.../1998, nella fattispecie articolo 13 comma e, e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità. Ringraziando per l'attenzione porgo distinti saluti. "
Lo so che tutti voi, esattamente come me, il libro di Silvio lo volete! E in duplice copia, per regalarlo agli amici sfortunati che vivono all'estero e che Silvio non si caga piú da tempo, ormai.
Ma è per una buona causa!
Ah, il link me l'ha mandato oggi mia sorella ma non mi chiedete dove l'ha pescato.
imprese impossibili
È possibile studiare 200 kanji in una settimana? Non lo so ancora, ma posso dirvelo tra pochi giorni, dato che ci sto provando.
Il NOKEN è sempre più vicino e io non so ancora nulla della grammatica per il livello N4, ma per ora, appunto, mi concentro sui kanji.
Nel frattempo ho elaborato un piano ingegnoso per la prossima impresa impossibile.
Ho (quasi) deciso che se la Pepe si sposa vado a Istanbul in macchina!
Ora, so che le due cose sembrano non c'entrare nulla l'una con l'altra. Anzi, suona più come una sfida, come quelle di Rock Lee in Naruto. Se non riesco a fare 2000 flessioni su un dito mi faccio 3000 giri del villaggio a pino (= camminando sulle mani).
Niente di tutto ció, non mi sto punendo e non mi sto allenando per diventare ninja.
Ma si dá il caso che la Pepina si sia innamorata di un fotografo, e che il fotografo in questione sia TA-DAA turco. E si dá anche il caso che, dato che il povero turco non riesce ad uscire liberamente dal suo Paese, la Pepe si è praticamente trasferita a Istanbul, tornando a casa ogni tre mesi per rinnovare il visto.
La cosa sembra mooolto seria.
Ma c'è un problema. Avete idea di quanto costa un biglietto aereo Valencia - Istanbul??? Un'esagerazione. Almeno per me, che questo mese sono davvero povera poverella.
Il mio piano consiste semplicemente nel trovare una macchina e almeno 3 compagni di viaggio (4 sarebbe fantastico). Insomma, una quisquilia.
Per ora ho un compagno di viaggio (l'Ale). E viaMichelin che mi dice che i chilometri da Milano sarebbero circa 2000, da fare in 20 ore di viaggio e spendendo 230 euro tra benzina e pedaggi (solo andata).
Non sappiamo ancora quando si sposa la Pepe, ma sappiate tutti che abbiamo giá aperto le iscrizioni per la gita.
Il NOKEN è sempre più vicino e io non so ancora nulla della grammatica per il livello N4, ma per ora, appunto, mi concentro sui kanji.
Nel frattempo ho elaborato un piano ingegnoso per la prossima impresa impossibile.
Ho (quasi) deciso che se la Pepe si sposa vado a Istanbul in macchina!
Ora, so che le due cose sembrano non c'entrare nulla l'una con l'altra. Anzi, suona più come una sfida, come quelle di Rock Lee in Naruto. Se non riesco a fare 2000 flessioni su un dito mi faccio 3000 giri del villaggio a pino (= camminando sulle mani).
Niente di tutto ció, non mi sto punendo e non mi sto allenando per diventare ninja.
Ma si dá il caso che la Pepina si sia innamorata di un fotografo, e che il fotografo in questione sia TA-DAA turco. E si dá anche il caso che, dato che il povero turco non riesce ad uscire liberamente dal suo Paese, la Pepe si è praticamente trasferita a Istanbul, tornando a casa ogni tre mesi per rinnovare il visto.
La cosa sembra mooolto seria.
Ma c'è un problema. Avete idea di quanto costa un biglietto aereo Valencia - Istanbul??? Un'esagerazione. Almeno per me, che questo mese sono davvero povera poverella.
Il mio piano consiste semplicemente nel trovare una macchina e almeno 3 compagni di viaggio (4 sarebbe fantastico). Insomma, una quisquilia.
Per ora ho un compagno di viaggio (l'Ale). E viaMichelin che mi dice che i chilometri da Milano sarebbero circa 2000, da fare in 20 ore di viaggio e spendendo 230 euro tra benzina e pedaggi (solo andata).
Non sappiamo ancora quando si sposa la Pepe, ma sappiate tutti che abbiamo giá aperto le iscrizioni per la gita.
lunes, 25 de octubre de 2010
appunti ① > 注ぐ
Posso usare il blog per prendere appunti?Grazie.
Il kanji di POUR 注 ho deciso che e’ formato a sinistra dall’acqua, o comunque da qualcosa che viene VERSATO, e a destra dal PRINCIPALE. Puo’ essere un’insalata condita, no? Io dico di si.Ed ecco 注ぎます。
Spero di non dimenticarmelo piu! Scusate gli errori di punteggiatura, colpa della tastiera giapponese, mica la posso cambiare ogni volta che devo scrivere un accento, eh.
Il kanji di POUR 注 ho deciso che e’ formato a sinistra dall’acqua, o comunque da qualcosa che viene VERSATO, e a destra dal PRINCIPALE. Puo’ essere un’insalata condita, no? Io dico di si.Ed ecco 注ぎます。
Spero di non dimenticarmelo piu! Scusate gli errori di punteggiatura, colpa della tastiera giapponese, mica la posso cambiare ogni volta che devo scrivere un accento, eh.
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giappone
auguri per la monda
Ancora una foto della serie "La Monda e le fontane" perchè oggi è il suo compleanno. Della Monda, non della fontana. Notare che questa frase scritta in inglese non avrebbe avuto bisogno di delucidazioni.
Alcuni aggiornamenti veloci perchè ho davvero poco tempo:
1. Abbandono Kendo, i motivi all'aggiornamento 2.
2. Il NOKEN 3 è sempre più vicino, devo studiare 180 nuovi kanji e ho pochissimo tempo per farlo. Per non parlare della grammatica...
3. La Proce è arrivata a Roma, dopo essere partita da Exeter in bicicletta a settembre, con solo una breve sosta tra Basilea e Como (http://hoopdriver.blogspot.com/2010/10/bravo-roma-with-stops.html). È la mia eroina, e non in senso di droga.
4. Ho imbiancato la sala, e finalmente casa nostra non ha l'aspetto di un appartamento erasmus, bensì di una casa quasi normale, a parte i colori che la fanno molto film di Ozpetek, come direbbe Jamo.
5. Questo mese sono povera, ma non è un grande aggiornamento... :)
1. Abbandono Kendo, i motivi all'aggiornamento 2.
2. Il NOKEN 3 è sempre più vicino, devo studiare 180 nuovi kanji e ho pochissimo tempo per farlo. Per non parlare della grammatica...
3. La Proce è arrivata a Roma, dopo essere partita da Exeter in bicicletta a settembre, con solo una breve sosta tra Basilea e Como (http://hoopdriver.blogspot.com/2010/10/bravo-roma-with-stops.html). È la mia eroina, e non in senso di droga.
4. Ho imbiancato la sala, e finalmente casa nostra non ha l'aspetto di un appartamento erasmus, bensì di una casa quasi normale, a parte i colori che la fanno molto film di Ozpetek, come direbbe Jamo.
5. Questo mese sono povera, ma non è un grande aggiornamento... :)
miércoles, 6 de octubre de 2010
il mio shinai si chiama quattordici
Un dato importante che è meglio se mi ricordo e non faccio casino con i numeri.
Qua - ttor - di - ciiiii.
I miei problemi di stomaco - intestino - anima si sono presi un periodo di riposo, quindi ieri sera ne ho approfittato per andare al Castillo.
Dicesi Castillo (per chi non è mai stato a Valencia): uno dei bar più zozzi di Spagna, con un bagno che gli fa una pippa al cesso più sporco di Scozia, e dove però la birra costa verameeeeente poco.
Invitati: PalliLivorno (Francesco), che forse questa volta si ferma definitivamente in Spagna, anche se ancora non sappiamo dove, con un'invitata erasmus (altra livornese), Michele, Fernando il bagnino simpatico, Inma (la donna comodino più volgare di Cordoba), io e Zolpho. Insomma, una rimpatriata tra gentaglia che non si vedeva da un po' di tempo
Io inizio tranquilla, con un quinto de cerveza. E penso di fermarmi lí.
Poi peró il secondo arriva subito, veloce veloce, che non me ne accorgo nemmeno!
E dopo il terzo non li conto nemmeno piú.
Addirittura convinco la livornese a fermarsi per due o tre birre in più. Poveretta, non riusciva mica ad andarsene.
E verso la fine mi bevo anche la birra di Zolpho.
Vedo una mia alunna (male, molto male) ma la confondo con un'altra, la presento come "Sara", ma poi penso che forse non si chiama Sara, e quando va via cerco il suo nome sulla rubrica però niente, il vuoto assoluto. Dopo tre ore mi verrá in mente il nome "Jenny".
Intanto siamo rimasti io, Zolpho e la donna comodino. Loro due parlano di lavoro e io ancora penso alla finta Sara senza ricordarne il puto nombre, e penso anche se ha fatto in tempo a vedermi in situazioni imbarazzanti oppure no.
Scopro che la donna comodino è una persona serissima, se non è sbronza e non ha bisogno di accoppiarsi.
Alle 22:30 io e zolpho riusciamo ad arrivare a casa, preparo una aglio e olio, giochiamo a scopa (perdo due partite su due), e poi in men che non si dica si fanno le due di notte e ancora non dormo...
Alle 7:45 questa mattina suona la sveglia, e io indugio diversi minuti nel letto, e quasi quasi decido di non uscirne, ma... perderei la prima lezione di Kendo, e non è un bel modo per iniziare, no no no.
Quindi mi alzo e vado, ma a pochi metri da casa trovo un gattino, piccolissimo e sporchissimo, che grida come un matto fuori dalla vetrina di un ufficio. Non so cosa fare perchè mi si stringe il cuore a vederlo cosí solo e disperato, e a un passo dalla morte per investimento su Primado Reig. Ma decido di occuparmene piú tardi.
La prima lezione di Kendo è una sorpresa continua.
Primo. Uno dei compagni e addirittura l'insegnante sono miei compagni di corso in Giapponese Basico IV con la prof. Kayo.
Secondo. Il gruppo non è di iniziazione al Kendo, bensí misto, quindi noi che facciamo lezione per la prima volta ci alleniamo con kendoka di medio e di alto livello.
Terzo. Ho uno shinai tutto per me, e me ne devo ricordare il numero, pena una gran figura di merda. Quattordici.
Quarto. Mi piace un casino gridare durante gli attacchi, e mentre all'inizio i miei non erano per niente gridi di battaglia, a un certo punto, all'improvviso, mi sono accorta che avevo alzato la voce in maniera spaventosa (nel senso che faceva paura, anche a me).
All'uscita da Kendo il gattino era nascosto in un cespuglio, ma continuava a piangere.
Gli ho portato pappa di pollo e un po' d'acqua. Era terrorizzato e tremava tutto, e io pensavo a quanto deve essere traumatico nascere in un posto come l'incrocio tra Primado Reig e Gomez Ferrer a Valencia, così rumoroso, con le ambulanze del Clinico che passano in continuazione e la gente che in flussi continui corre per andare al lavoro, all'università, alla metro, a prendere l'autobus che se ne sta andando...
E ho pensato al "Profumo" di Suskind, e a come mi è sempre rimasta impressa nella mente la scena della nascita del protagonista, sotto una bancarella del luogo più maleodorante del mondo (il mercato di Parigi, se non sbaglio), cosa che lo segnerà per tutta la vita e lo porterá alla gloria e infine al delirio. Non voglio mica che quella palletta di pelo faccia la stessa fine! Ma non posso portarlo a casa senza prima averne parlato ai coinquilini.
Per fortuna un ragazzetto mi ha visto ed è rimasto con me a dare la pappa alla bestiola zozza (mangiava come uno che non mangia da giorni), e alla fine si è deciso a portarselo a casa.
Con una scatola vuota di fogli per fotocopie e una vecchia maglietta di Sara. Nella scatola il gattino si è subito calmato. Forse ha anche dormito, con il pancino pieno.
Sono tornata a casa tranquilla anche io.
Qua - ttor - di - ciiiii.
I miei problemi di stomaco - intestino - anima si sono presi un periodo di riposo, quindi ieri sera ne ho approfittato per andare al Castillo.
Dicesi Castillo (per chi non è mai stato a Valencia): uno dei bar più zozzi di Spagna, con un bagno che gli fa una pippa al cesso più sporco di Scozia, e dove però la birra costa verameeeeente poco.
Invitati: PalliLivorno (Francesco), che forse questa volta si ferma definitivamente in Spagna, anche se ancora non sappiamo dove, con un'invitata erasmus (altra livornese), Michele, Fernando il bagnino simpatico, Inma (la donna comodino più volgare di Cordoba), io e Zolpho. Insomma, una rimpatriata tra gentaglia che non si vedeva da un po' di tempo
Io inizio tranquilla, con un quinto de cerveza. E penso di fermarmi lí.
Poi peró il secondo arriva subito, veloce veloce, che non me ne accorgo nemmeno!
E dopo il terzo non li conto nemmeno piú.
Addirittura convinco la livornese a fermarsi per due o tre birre in più. Poveretta, non riusciva mica ad andarsene.
E verso la fine mi bevo anche la birra di Zolpho.
Vedo una mia alunna (male, molto male) ma la confondo con un'altra, la presento come "Sara", ma poi penso che forse non si chiama Sara, e quando va via cerco il suo nome sulla rubrica però niente, il vuoto assoluto. Dopo tre ore mi verrá in mente il nome "Jenny".
Intanto siamo rimasti io, Zolpho e la donna comodino. Loro due parlano di lavoro e io ancora penso alla finta Sara senza ricordarne il puto nombre, e penso anche se ha fatto in tempo a vedermi in situazioni imbarazzanti oppure no.
Scopro che la donna comodino è una persona serissima, se non è sbronza e non ha bisogno di accoppiarsi.
Alle 22:30 io e zolpho riusciamo ad arrivare a casa, preparo una aglio e olio, giochiamo a scopa (perdo due partite su due), e poi in men che non si dica si fanno le due di notte e ancora non dormo...
Alle 7:45 questa mattina suona la sveglia, e io indugio diversi minuti nel letto, e quasi quasi decido di non uscirne, ma... perderei la prima lezione di Kendo, e non è un bel modo per iniziare, no no no.
Quindi mi alzo e vado, ma a pochi metri da casa trovo un gattino, piccolissimo e sporchissimo, che grida come un matto fuori dalla vetrina di un ufficio. Non so cosa fare perchè mi si stringe il cuore a vederlo cosí solo e disperato, e a un passo dalla morte per investimento su Primado Reig. Ma decido di occuparmene piú tardi.
La prima lezione di Kendo è una sorpresa continua.
Primo. Uno dei compagni e addirittura l'insegnante sono miei compagni di corso in Giapponese Basico IV con la prof. Kayo.
Secondo. Il gruppo non è di iniziazione al Kendo, bensí misto, quindi noi che facciamo lezione per la prima volta ci alleniamo con kendoka di medio e di alto livello.
Terzo. Ho uno shinai tutto per me, e me ne devo ricordare il numero, pena una gran figura di merda. Quattordici.
Quarto. Mi piace un casino gridare durante gli attacchi, e mentre all'inizio i miei non erano per niente gridi di battaglia, a un certo punto, all'improvviso, mi sono accorta che avevo alzato la voce in maniera spaventosa (nel senso che faceva paura, anche a me).
All'uscita da Kendo il gattino era nascosto in un cespuglio, ma continuava a piangere.
Gli ho portato pappa di pollo e un po' d'acqua. Era terrorizzato e tremava tutto, e io pensavo a quanto deve essere traumatico nascere in un posto come l'incrocio tra Primado Reig e Gomez Ferrer a Valencia, così rumoroso, con le ambulanze del Clinico che passano in continuazione e la gente che in flussi continui corre per andare al lavoro, all'università, alla metro, a prendere l'autobus che se ne sta andando...
E ho pensato al "Profumo" di Suskind, e a come mi è sempre rimasta impressa nella mente la scena della nascita del protagonista, sotto una bancarella del luogo più maleodorante del mondo (il mercato di Parigi, se non sbaglio), cosa che lo segnerà per tutta la vita e lo porterá alla gloria e infine al delirio. Non voglio mica che quella palletta di pelo faccia la stessa fine! Ma non posso portarlo a casa senza prima averne parlato ai coinquilini.
Per fortuna un ragazzetto mi ha visto ed è rimasto con me a dare la pappa alla bestiola zozza (mangiava come uno che non mangia da giorni), e alla fine si è deciso a portarselo a casa.
Con una scatola vuota di fogli per fotocopie e una vecchia maglietta di Sara. Nella scatola il gattino si è subito calmato. Forse ha anche dormito, con il pancino pieno.
Sono tornata a casa tranquilla anche io.
domingo, 3 de octubre de 2010
spariamo alla gente infighettata
È domenica 3 ottobre 2010, e andiamo al mare a fare il bagno perchè sì, perchè qui sta finendo l'estate, e non sta iniziando l'inverno come in tanti altri posti.
Scusate, ma questa cosa mi fa impazzire.
Vi ho giá parlato della mia nuova prof di giapponese?
Ora sono iscritta al corso di Giapponese Basico IV (dái, ancora pochi mesi e passo a Intermedio!!), e speravo di avere di nuovo la mia Sensei, invece no.
All'inizio ero un po' presa male, lo devo ammettere... ma poi ho conosciuto la nuova prof. È una giapponese di 39 anni più bassa di me, che si è presentata con il suo nome scritto su un foglio di carta decorato con le faccette di Hello Kitty.
È uno spasso e a lezione si porta mille giochetti fatti da lei: palloni gonfiabili colorati, palette per scrivere il nostro nome (rigorosamente in katakana), telefoni finti di plastica, oppure di carta con il velcro per mettere giù la cornetta.. è un genio.
La prima lezione è stata di ripasso. E devo dire un po' traumatica, dopo la lunghissima pausa estiva. Infatti non è servito quasi a nulla portarmi l'Hiragana Times in vacanza in Italia...
Però venerdí ho saltato la prima vera lezione per colpa del maledetto virus intestinale. Lo odio.
Vi lascio con una foto che fa tanto ridere la zia:
Scusate, ma questa cosa mi fa impazzire.
Vi ho giá parlato della mia nuova prof di giapponese?
Ora sono iscritta al corso di Giapponese Basico IV (dái, ancora pochi mesi e passo a Intermedio!!), e speravo di avere di nuovo la mia Sensei, invece no.
All'inizio ero un po' presa male, lo devo ammettere... ma poi ho conosciuto la nuova prof. È una giapponese di 39 anni più bassa di me, che si è presentata con il suo nome scritto su un foglio di carta decorato con le faccette di Hello Kitty.
È uno spasso e a lezione si porta mille giochetti fatti da lei: palloni gonfiabili colorati, palette per scrivere il nostro nome (rigorosamente in katakana), telefoni finti di plastica, oppure di carta con il velcro per mettere giù la cornetta.. è un genio.
La prima lezione è stata di ripasso. E devo dire un po' traumatica, dopo la lunghissima pausa estiva. Infatti non è servito quasi a nulla portarmi l'Hiragana Times in vacanza in Italia...
Però venerdí ho saltato la prima vera lezione per colpa del maledetto virus intestinale. Lo odio.
Vi lascio con una foto che fa tanto ridere la zia:
viernes, 1 de octubre de 2010
zolpho bacia il gatto e a me non mi caga
Dimentico sempre di mettere online le foto del gatto nuovo!
Eccone una di oggi, con un bel bacio tra lui e Zolpho:
Eccone una di oggi, con un bel bacio tra lui e Zolpho:
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jueves, 30 de septiembre de 2010
oggi solo liquidi
Ieri ho redatto una piccola lista di cose da fare, nella quale figurava, tra l'altro "prendere un appuntamento con il dottore".
I miei insoluti problemi di stomaco non mi danno tregua da quando sono tornata a Valencia dopo le vacanze estive.
Ho anche ricominciato a prendere il protettore gastrico che mi ha salvato le vacanze in Italia (come avrei potuto passare un mese tra Puglia, Marche e Umbria senza poter mangiare tutto quello che volevo?? Che supplizio sarebbe stato!! Omeprazol, I love you).
Ma i non meglio definiti disturbi degli ultimi giorni mi avevano convinto che era il caso di andare dalla dottoressa mordi-e-fuggi (la dottora più veloce del Levante).
Solo che questa mattina, quando ancora faceva buio, sono stata di nuovo svegliata da quel cazzo di gatto che si lamentava in corridoio.
Mi sono alzata, ho aperto la porta della mia stanza, l'ho messo sul mio letto e l'ho coccolato nella speranza che si addormentasse. Invece quello stronzo sta con tutti in casa, persino con gli ospiti sconosciuti, tranne che con me, quindi è tornato in corridoio a lamentarsi.
Non solo non mi sono più riaddormentata, ma ho anche scoperto di avere un dolore al fianco destro dello stomaco e -come dice la Monda- idrocagotto, o -come dico io- la cacca spray.
Dato che non mi passava, e dato che sono incredibilmente paranoica e ultimamente anche ipocondriaca, ho subito pensato al peggio (tipo una bella peritonite).
A fatica ho svegliato Mr. Z e mi sono fatta portare dal mio medico.
Il mio medico non c'era.
Dopo aver fatto la coda ho chiesto una visita d'urgenza e me l'hanno data solo perchè avrei detto che se nessun medico mi vedeva lì allora andavo al pronto soccorso.
Faccio la coda anche per la visita d'urgenza, ma mi deprimo perchè succede questo: tra un paziente e l'altro mi infilo nello studio della dottoressa e vorrei chiedere quanto devo aspettare, più o meno, per la visita, anche perchè la cacca spray ogni tanto si fa sentire e mi piacerebbe tanto andare a fare un giro al cesso.
Ma sono stanca e deboluccia, non ho mangiato nulla da ieri sera (a parte un biscotto per mantenermi in vita), sono accecata dall'ipocondria, e l'unica cosa che mi esce dalla bocca è "Ho una visita d'urgenza".
A questo punto la dottoressa fa la stizzita e mi chiede se ho la febbre. Le rispondo di no. Allora devo aspettare e far passare avanti tutti quelli che hanno l'appuntamento, perchè tu non ce l'hai l'appuntamento, hai solo l'urgenza, quindi a meno che non sia una vera urgenza aspetti.
Mormoro qualcosa tipo "Scusi, era solo per sapere", torno a sedermi e dico a Zolpho che la stronza non mi vedrà mai.
Ho un'urgenza quindi aspetto e faccio passare quelli che non hanno fretta!! Ma che ragionamento è??
Odio tutti gli anziani che mi passano avanti, uno per uno, che non hanno un cazzo da fare tutto il giorno e che ci impiegano 45 secondi per fare un giro completo su loro stessi e chiudere la porta dietro di loro, e che si fermano a chiacchierare dei nipotoni con la dottoressa che li conosce personalmente e li chiama tutti per nome.
Ma il mio momento alla fine arriva. E la stronza mi lascia davvero per ultima, nonostante io faccia alcuni sforzi di tipo teatrale tutte le volte che lei esce dallo studio per chiamare i pazienti.
La visita è la cosa più divertente, come al solito.
Le dico dove mi fa male, mi fa sedere sul lettino, e intanto va a rovistare in un mobile.
Prende un guanto di lattice monouso e lo indossa. Io già mi spavento un po'.
Continua a rovistare. Cassetto, altro cassetto, ripiano, buste di carta formato gigante e mobiletti varii, il tutto con il guanto non più sterile. Intanto mugugna qualcosa che non capisco ma che suona come un "..dove ho messo il mio..?".
Tutta questa tensione mi alza i battiti cardiaci. Cosa tirerà fuori?? E dove me lo vorrà infilare??
Per fortuna alla fine torna verso di me, senza nulla in mano (l'ha proprio perso, qualsiasi cosa fosse), mi alza la maglietta e inizia a palparmi la pancia.
"Qui ti fa male? E qui? E se faccio così? E con la gamba destra alzata? E con la lingua di fuori? E con un dito nel culo?".
Mi schiaccia e mi rischiaccia in tanti modi differenti, modi strani e da me mai sperimentati prima, e mi fa male, ma è un male che sentirei anche se mi sentissi da dio e non avessi nessun dolore! Lei è sempre più incalzante, si sta innervosendo perchè io, invece di rispondere sì o no, faccio smorfie intraducibili.
Il fatto è che mi sta schiacciando talmente tanto che non so nemmeno più se quello che sento è dolore interno o esterno.
Allora le dico: "Bè, ma schiacciando così farebbe male anche in condizioni normali, no?".
"Ma ti fa male COSÌ O NO??".
Rispondo una cosa qualsiasi perchè mi ha fatto paura, oltre che male, prende lo stetoscopio (si chiama così, no? e non è quello per guardare fuori dai sottomarini), continua a controllarmi, mi fa un altro paio di domande alle quali io rispondo male come al solito, e visita finita.
Risultato: virus intestinale, lo stomaco non c'entra un cazzo, per oggi solo cibi liquidi (ossimoro, no?), riposo, un beverone per reintegrare i sali minerali e 3 giorni di malattia.
I miei insoluti problemi di stomaco non mi danno tregua da quando sono tornata a Valencia dopo le vacanze estive.
Ho anche ricominciato a prendere il protettore gastrico che mi ha salvato le vacanze in Italia (come avrei potuto passare un mese tra Puglia, Marche e Umbria senza poter mangiare tutto quello che volevo?? Che supplizio sarebbe stato!! Omeprazol, I love you).
Ma i non meglio definiti disturbi degli ultimi giorni mi avevano convinto che era il caso di andare dalla dottoressa mordi-e-fuggi (la dottora più veloce del Levante).
Solo che questa mattina, quando ancora faceva buio, sono stata di nuovo svegliata da quel cazzo di gatto che si lamentava in corridoio.
Mi sono alzata, ho aperto la porta della mia stanza, l'ho messo sul mio letto e l'ho coccolato nella speranza che si addormentasse. Invece quello stronzo sta con tutti in casa, persino con gli ospiti sconosciuti, tranne che con me, quindi è tornato in corridoio a lamentarsi.
Non solo non mi sono più riaddormentata, ma ho anche scoperto di avere un dolore al fianco destro dello stomaco e -come dice la Monda- idrocagotto, o -come dico io- la cacca spray.
Dato che non mi passava, e dato che sono incredibilmente paranoica e ultimamente anche ipocondriaca, ho subito pensato al peggio (tipo una bella peritonite).
A fatica ho svegliato Mr. Z e mi sono fatta portare dal mio medico.
Il mio medico non c'era.
Dopo aver fatto la coda ho chiesto una visita d'urgenza e me l'hanno data solo perchè avrei detto che se nessun medico mi vedeva lì allora andavo al pronto soccorso.
Faccio la coda anche per la visita d'urgenza, ma mi deprimo perchè succede questo: tra un paziente e l'altro mi infilo nello studio della dottoressa e vorrei chiedere quanto devo aspettare, più o meno, per la visita, anche perchè la cacca spray ogni tanto si fa sentire e mi piacerebbe tanto andare a fare un giro al cesso.
Ma sono stanca e deboluccia, non ho mangiato nulla da ieri sera (a parte un biscotto per mantenermi in vita), sono accecata dall'ipocondria, e l'unica cosa che mi esce dalla bocca è "Ho una visita d'urgenza".
A questo punto la dottoressa fa la stizzita e mi chiede se ho la febbre. Le rispondo di no. Allora devo aspettare e far passare avanti tutti quelli che hanno l'appuntamento, perchè tu non ce l'hai l'appuntamento, hai solo l'urgenza, quindi a meno che non sia una vera urgenza aspetti.
Mormoro qualcosa tipo "Scusi, era solo per sapere", torno a sedermi e dico a Zolpho che la stronza non mi vedrà mai.
Ho un'urgenza quindi aspetto e faccio passare quelli che non hanno fretta!! Ma che ragionamento è??
Odio tutti gli anziani che mi passano avanti, uno per uno, che non hanno un cazzo da fare tutto il giorno e che ci impiegano 45 secondi per fare un giro completo su loro stessi e chiudere la porta dietro di loro, e che si fermano a chiacchierare dei nipotoni con la dottoressa che li conosce personalmente e li chiama tutti per nome.
Ma il mio momento alla fine arriva. E la stronza mi lascia davvero per ultima, nonostante io faccia alcuni sforzi di tipo teatrale tutte le volte che lei esce dallo studio per chiamare i pazienti.
La visita è la cosa più divertente, come al solito.
Le dico dove mi fa male, mi fa sedere sul lettino, e intanto va a rovistare in un mobile.
Prende un guanto di lattice monouso e lo indossa. Io già mi spavento un po'.
Continua a rovistare. Cassetto, altro cassetto, ripiano, buste di carta formato gigante e mobiletti varii, il tutto con il guanto non più sterile. Intanto mugugna qualcosa che non capisco ma che suona come un "..dove ho messo il mio..?".
Tutta questa tensione mi alza i battiti cardiaci. Cosa tirerà fuori?? E dove me lo vorrà infilare??
Per fortuna alla fine torna verso di me, senza nulla in mano (l'ha proprio perso, qualsiasi cosa fosse), mi alza la maglietta e inizia a palparmi la pancia.
"Qui ti fa male? E qui? E se faccio così? E con la gamba destra alzata? E con la lingua di fuori? E con un dito nel culo?".
Mi schiaccia e mi rischiaccia in tanti modi differenti, modi strani e da me mai sperimentati prima, e mi fa male, ma è un male che sentirei anche se mi sentissi da dio e non avessi nessun dolore! Lei è sempre più incalzante, si sta innervosendo perchè io, invece di rispondere sì o no, faccio smorfie intraducibili.
Il fatto è che mi sta schiacciando talmente tanto che non so nemmeno più se quello che sento è dolore interno o esterno.
Allora le dico: "Bè, ma schiacciando così farebbe male anche in condizioni normali, no?".
"Ma ti fa male COSÌ O NO??".
Rispondo una cosa qualsiasi perchè mi ha fatto paura, oltre che male, prende lo stetoscopio (si chiama così, no? e non è quello per guardare fuori dai sottomarini), continua a controllarmi, mi fa un altro paio di domande alle quali io rispondo male come al solito, e visita finita.
Risultato: virus intestinale, lo stomaco non c'entra un cazzo, per oggi solo cibi liquidi (ossimoro, no?), riposo, un beverone per reintegrare i sali minerali e 3 giorni di malattia.
miércoles, 29 de septiembre de 2010
cavoli e cavoletti!!
Da giugno non compriamo più la verdura al supermercato, e nemmeno in negozio.
Quello che ho deciso di fare è di prendere contatto con dei contadini che fanno un servizio bellissimo e funziona cosí:
- si chiama
- si prenota una cassa di verdura
- a seconda di dove uno vive, si fa portare la cassa di verdura in un determinato punto della cittá. Noi la ritiriamo dal biciclettaro di Benimaclet il martedí!
La cassa costa 10 euro e contiene verdura di stagione, sempre diversa. Quello che c'è, c'è. Il resto, se proprio lo voglio, vado a comprarlo dal nuovo fruttaro pakistano sotto casa (che in pochi giorni già ci stava provando con la povera Sarita, e meno male che lei ora ha cambiato casa).
Ovviamente la verdura è sempre buonissima e ha un aspetto diciamo campagnolo, cioè secondo me genuino e sano (in altre parole, non ha la faccia della verdura confezionata e congelata e scongelata e lavata e rilavata del supermercato).
Nell'insalata ci trovo sempre mille lumachine che tengo da parte e poi porto nell'aiuola qua sotto.
La cosa interessante a livello personale è che ho imparato a mangiare verdure che non avevo mai cucinato, o che addirittura non avevo mai visto in vita mia (di queste non conosco ancora il nome). Con alcune, dato che ci conosciamo ancora molto poco, di solito invento ricette, che possibilmente si adattino ai miei problemi di stomaco...
Questa settimana mi sono inventata una ricetta davvero buona, che è piaciuta addirittura a Zolpho, e che trovate qui:
http://ricettedellanally.blogspot.com/2010/09/cavoli-e-cavoletti-al-forno.html
Enjoy!
Quello che ho deciso di fare è di prendere contatto con dei contadini che fanno un servizio bellissimo e funziona cosí:
- si chiama
- si prenota una cassa di verdura
- a seconda di dove uno vive, si fa portare la cassa di verdura in un determinato punto della cittá. Noi la ritiriamo dal biciclettaro di Benimaclet il martedí!
La cassa costa 10 euro e contiene verdura di stagione, sempre diversa. Quello che c'è, c'è. Il resto, se proprio lo voglio, vado a comprarlo dal nuovo fruttaro pakistano sotto casa (che in pochi giorni già ci stava provando con la povera Sarita, e meno male che lei ora ha cambiato casa).
Ovviamente la verdura è sempre buonissima e ha un aspetto diciamo campagnolo, cioè secondo me genuino e sano (in altre parole, non ha la faccia della verdura confezionata e congelata e scongelata e lavata e rilavata del supermercato).
Nell'insalata ci trovo sempre mille lumachine che tengo da parte e poi porto nell'aiuola qua sotto.
La cosa interessante a livello personale è che ho imparato a mangiare verdure che non avevo mai cucinato, o che addirittura non avevo mai visto in vita mia (di queste non conosco ancora il nome). Con alcune, dato che ci conosciamo ancora molto poco, di solito invento ricette, che possibilmente si adattino ai miei problemi di stomaco...
Questa settimana mi sono inventata una ricetta davvero buona, che è piaciuta addirittura a Zolpho, e che trovate qui:
http://ricettedellanally.blogspot.com/2010/09/cavoli-e-cavoletti-al-forno.html
Enjoy!
anno nuovo
Lo so che è settembre e non Capodanno.
Ma si dá il caso che questo mese coincida con l'inizio dell'anno accademico, e quindi per una prof (perchè io SONO una prof!) anche con l'inizio dell'anno lavorativo, che inizia poco a poco, uno studente alla volta.
Inoltre, dato che non ci facciamo mancare nulla, per noi settembre è anche il mese in cui cercare eventuali nuovi coinquilini, perchè siamo rimasti ai tempi in cui questo in cui viviamo era un appartamento di studenti, i quali -si sa- cercano casa appunto a settembre...
Il risultato è che settembre è stato un mese di transizione, con gente che andava e veniva, poco da lavorare ma molto da fare.
Ora in casa abbiamo:
- tutte le finestre nuove
- un gatto (nuovo)
- un portoghese nuovo (perchè Sara è andata via)
- una spagnola nuova (in casa nostra non si vedevano spagnole d.o.c. da almeno un paio d'anni)
Le finestre sono una figata e sono il motivo che mi sta spingendo a fermarmi in questa casa invece di cercarne una dove andare a vivere con Mr. Z.
Il gatto è nero e simpatico, e abbiamo capito che quando si lamenta è solo perchè si annoia e vuole giocare con qualcuno.
Il portoghese si chiama Nelson e fa l'istruttore di ginnastica per bambini, o qualcosa del genere. Sembra simpatico e gentile. Ma vedremo come andrà a finire.
La spagnola si chiama Marta, è la mamy del gatto, ha un fidanzato italiano (il che è un gorssissimo punto a suo sfavore) , sbatte le porte alle 7 e mezza del mattino e odia le mie nuove tende blu che ho messo in sala. Democrazia vuole che io le tiri giù. Odio le spagnole e odio la democrazia.
Ma si dá il caso che questo mese coincida con l'inizio dell'anno accademico, e quindi per una prof (perchè io SONO una prof!) anche con l'inizio dell'anno lavorativo, che inizia poco a poco, uno studente alla volta.
Inoltre, dato che non ci facciamo mancare nulla, per noi settembre è anche il mese in cui cercare eventuali nuovi coinquilini, perchè siamo rimasti ai tempi in cui questo in cui viviamo era un appartamento di studenti, i quali -si sa- cercano casa appunto a settembre...
Il risultato è che settembre è stato un mese di transizione, con gente che andava e veniva, poco da lavorare ma molto da fare.
Ora in casa abbiamo:
- tutte le finestre nuove
- un gatto (nuovo)
- un portoghese nuovo (perchè Sara è andata via)
- una spagnola nuova (in casa nostra non si vedevano spagnole d.o.c. da almeno un paio d'anni)
Le finestre sono una figata e sono il motivo che mi sta spingendo a fermarmi in questa casa invece di cercarne una dove andare a vivere con Mr. Z.
Il gatto è nero e simpatico, e abbiamo capito che quando si lamenta è solo perchè si annoia e vuole giocare con qualcuno.
Il portoghese si chiama Nelson e fa l'istruttore di ginnastica per bambini, o qualcosa del genere. Sembra simpatico e gentile. Ma vedremo come andrà a finire.
La spagnola si chiama Marta, è la mamy del gatto, ha un fidanzato italiano (il che è un gorssissimo punto a suo sfavore) , sbatte le porte alle 7 e mezza del mattino e odia le mie nuove tende blu che ho messo in sala. Democrazia vuole che io le tiri giù. Odio le spagnole e odio la democrazia.
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miércoles, 8 de septiembre de 2010
quando metti piede in Spagna
Quando metti piede in territorio spagnolo meglio iniziare fin da subito a lasciare da parte alcune cose. Come ad esempio l'impazienza.
Dover aspettare 10 giorni per lo sviluppo dei rullini delle vacanze era qualcosa che non mi aspettavo, sinceramente. Nemmeno con il tipico traffico settembrino degli studi fotografici.
Tra l'altro, tutto è dovuto al fatto che, alla consegna dei rullini, nessuno nello studio si era accorto che mancava la carta matte. Quindi io oggi come una scema sono andata a ritirare il nulla.
Ma incredibilmente non mi sono arrabbiata.
È che ormai sono in Spagna.
Dover aspettare 10 giorni per lo sviluppo dei rullini delle vacanze era qualcosa che non mi aspettavo, sinceramente. Nemmeno con il tipico traffico settembrino degli studi fotografici.
Tra l'altro, tutto è dovuto al fatto che, alla consegna dei rullini, nessuno nello studio si era accorto che mancava la carta matte. Quindi io oggi come una scema sono andata a ritirare il nulla.
Ma incredibilmente non mi sono arrabbiata.
È che ormai sono in Spagna.
viernes, 3 de septiembre de 2010
la Critical Mass di settembre a Valencia è OGGI!!
La Critical Mass a Valencia ha luogo ogni primo venerdì del mese alle 19:30 in Plaza de la Virgen.
Quindi oggi ce n'è una! Enjoy.
PS: la foto e il flyer non sono miei, ma sono stati pubblicati da Eva sul gruppo di CouchSurfing Valencia en Bici.
Quindi oggi ce n'è una! Enjoy.
PS: la foto e il flyer non sono miei, ma sono stati pubblicati da Eva sul gruppo di CouchSurfing Valencia en Bici.
viernes, 30 de julio de 2010
Forza Gianfranco!!
Dai che c'è speranza!!!
Rettifico il post precedente e...
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/07/28/visualizza_new.html_1876170066.html
Rettifico il post precedente e...
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miércoles, 28 de julio de 2010
shit
Mierda!
E pensare che fino a qualche settimana fa ero convinta che la Rivoluzione in Italia sarebbe partita da un fascista...
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/07/28/visualizza_new.html_1876170066.html
E pensare che fino a qualche settimana fa ero convinta che la Rivoluzione in Italia sarebbe partita da un fascista...
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ovosodo
A volte l'eco di un passato si fa sentire per vie traverse, e ti fa venire mal di pancia.
Può arrivare sotto forma di biglietto aereo per un viaggio che non te la senti di fare. Almeno, non in aereo.
Può sbucare fuori da luoghi e situazioni inaspettati.
Come una foto tra tante. Un volto che riconosci all'improvviso. Una sensazione di piacevole silenzio dentro una cacofonia alla quale però ti eri abituato, come un sottofondo continuo che non noti più. Come quando uno stormo di uccelli, nascosto in qualche albero, tace da un momento all'altro.
Un piccolo messaggio in bottiglia che decidi di abbandonare in un oceano di parole, consapevole e quasi felice del fatto che il vero destinatario molto probabilmente non lo troverà mai.
Oppure un nome che non puoi ancora associare a nessun volto. Come Martina.
Martina sicuramente mi odia.
Martina gioca d'anticipo e mi rovina le vacanze.
Martina è riuscita addirittura a farmi abusare di valeriana.
Martina non mi ha mai vista, e io non la conosco. Ma anche lei ormai è entrata a far parte di un passato non chiuso, di una corrente di ricordi disordinati, ora lo sistemo, domani lo sistemo, questo fine settimana lo sistemo, e invece il tuo passato resta sempre lì, abbastanza incasinato e polveroso, come le scarpe invernali che non ti decidi mai a pulire e mettere via, e che ti fanno sentire quella puntina di vergogna se vengono ospiti a casa ad agosto.
Martina, insieme a tante altre cose, è come una specie di ovosodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico...
Può arrivare sotto forma di biglietto aereo per un viaggio che non te la senti di fare. Almeno, non in aereo.
Può sbucare fuori da luoghi e situazioni inaspettati.
Come una foto tra tante. Un volto che riconosci all'improvviso. Una sensazione di piacevole silenzio dentro una cacofonia alla quale però ti eri abituato, come un sottofondo continuo che non noti più. Come quando uno stormo di uccelli, nascosto in qualche albero, tace da un momento all'altro.
Un piccolo messaggio in bottiglia che decidi di abbandonare in un oceano di parole, consapevole e quasi felice del fatto che il vero destinatario molto probabilmente non lo troverà mai.
Oppure un nome che non puoi ancora associare a nessun volto. Come Martina.
Martina sicuramente mi odia.
Martina gioca d'anticipo e mi rovina le vacanze.
Martina è riuscita addirittura a farmi abusare di valeriana.
Martina non mi ha mai vista, e io non la conosco. Ma anche lei ormai è entrata a far parte di un passato non chiuso, di una corrente di ricordi disordinati, ora lo sistemo, domani lo sistemo, questo fine settimana lo sistemo, e invece il tuo passato resta sempre lì, abbastanza incasinato e polveroso, come le scarpe invernali che non ti decidi mai a pulire e mettere via, e che ti fanno sentire quella puntina di vergogna se vengono ospiti a casa ad agosto.
Martina, insieme a tante altre cose, è come una specie di ovosodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico...
jueves, 22 de julio de 2010
di passaggio 01
All'improvviso... un martedì senza lavorare. Amo questo genere di sorprese.
Alle 3 del pomeriggio mi fiondo in centro. Ho voglia di fotografare parti di Valencia che tra poco spariranno. Angoli di città dalla vita breve. La prossima volta toccherà al Cabanyal. Oggi è la volta della città vecchia.
Trovate la serie completa qui:
http://www.flickr.com/photos/69108293@N00/sets/72157624557283754/show/
Alle 3 del pomeriggio mi fiondo in centro. Ho voglia di fotografare parti di Valencia che tra poco spariranno. Angoli di città dalla vita breve. La prossima volta toccherà al Cabanyal. Oggi è la volta della città vecchia.
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lunes, 12 de julio de 2010
avvertenza: post molto lungo.
Sono le due del pomeriggio del primo giorno da Campeones del Mundo.
Mentre sono sul divano a mangiare una pasta tiepida perchè muoio di caldo ripenso a ieri.
È domenica, 11 luglio 2010.
Stasera la Spagna si gioca la finale con i Paesi Bassi.
Per assistere alla finale del mondiale a Valencia sono stati installati alcuni megaschermi.
Devo sceglierne uno insieme a Ivan, valenciano, e come ogni spagnolo al suo primo mondiale.
Scopro che è anche possibile vedere la partita al cinema, normale o in 3D. E io ovviamente ci provo, la butto lì, perchè mi piacerebbe davvero tanto tanto... ma Ivan non prende nemmeno in considerazione l'eventualità, quindi capisco e taccio.
Alla fine lui opta per un megaschermo al Parque del Oeste.
PRO: è un parco quindi si suppone che non si morirà di caldo come in altri posti
CONTRO: oltre ad essere all'altro lato della città rispetto a casa mia, scopro che dovrò essere lì alle 4 perchè così ha deciso Ivan, che vuole prendersi i posti e non perdersi nulla dell'incontro.
Breve calcolo: 4 ore e mezza all'aperto prima che inizi la partita, più due ore di partita siamo già a 6 ore e mezzo, una possibile proroga di 30 minuti ci porta a 7 ore, non oso pensare all'eventualità dei rigori. Quasi un'ora tra andata e ritorno in bicicletta.
Totale: un casino di tempo da passare fuori casa, al quale vanno aggiunti i (possibili ma non certi) festeggiamenti del post-mondiale.
Soluzione: mi attrezzo per un pic-nic de puta madre.
Problema: a poche ore dalla partita scopro per vie traverse (A.K.A. Deus ex Machina Digitale la mailing list di CouchSurfing Valencia) che quella del megaschermo al Parque del Oeste è una cazzo di bufala.
Sento Ivan, che per un attimo si fa riprendere dallo stress pre-primomondiale, ma riprende subito in mano la situazione e mi dice "Allora andiamo al porto". Esattamente quello che non volevo sentirmi dire.
Il porto dell'America's Cup.
Questo relitto post-industriale post-fighetto pre-crisieconomica i cui ristoranti dagli infissi bianchi sono stati smangiati e arruginiti da un solo anno di salsedine.
Questo ingombrante e inutile non-luogo che cerco di evitare da 3 anni con tutte le mie forze, soprattutto durante i vari grandi eventi che si sono succeduti dopo la regata, prima fra tutti l'insopportabile e insensata Formula 1.
Questo posto di merda ora me lo devo condividere con una moltitudine di spagnoli iper-eccitati e se possibile più rumorosi del solito, cosa che i miei sensi tutti sarebbero stati felici di non incontrare mai.
Ora mi tocca.
E questi erano i contro.
L'unico pro è che la vicinanza della spiaggia mi rallegra infinitamente con la possibilità di ripetuti bagni in mare prima e dopo la partita.
Ivan dice che passerà da me alle 16:45, e che alle 16 mi chiamerà per dirmi se verrà in macchina o in bicicletta.
Intanto preparo l'occorrente per il pic-nic che in ogni caso avrà luogo, perchè le ore da passare fuori casa sono più o meno le stesse.
Ma in più passo da un chino e compro minifrigo, freesbee e un vaporizzatore per l'acqua.
Vedo Debora alle 3, passo con lei un'oretta, un'oretta piacevole, con birra e chiacchierate, tragicamente interrotta come un coito alle 4 perchè so che Ivan mi chiamerà a casa.
Ivan, ovviamente, non chiama.
Ci penso io, verso le 4 e mezza.
"Hola Ivan"
"Holaaa, que paaasaaa"
"Come que pasa? Mi dovevi chiamare alle 4!"
"Ah, già. Bè, il mio amico non mi risponde quindi vengo in bici, esco tra una decina di minuti".
Ivan arriva a casa mia alle 17:45, con esattamente un'ora di ritardo.
Alle 17:46 mi dice "Dobbiamo passare all'OpenCor a prendere da bere".
Dicesi "OpenCor":
supermercato aperto anche di notte e festivi, per lo più frequentato da idioti che hanno programmato per una domenica una festa o un'uscita o una cena da mesi, ma dio ce ne scampi e liberi dal passare da un normalissimo Mercadona il sabato e risparmiare decine e decine di euro. No no. Tanto c'è OpenCor che mi fa pagare un pacco di pasta 14 milioni di euro e una birra l'ira di ddio.
Questo sí, è tipicalispenisc. Ma l'economia (fino a poco tempo fa) girava con loro. Ora non gira più un cazzo ma gli spagnoli sono un po' duri a perdere certe abitudini cretine.
Passiamo venti minuti in OpenCor, la maggior parte spesi girando invano senza trovare il rhum, e il resto del tempo passato a convincere Ivan che non posso bere alcol.
Alla fine, ovviamente, puntiamo sul classico.
Rhum (che era in cassa, alla fine..), Coca-Cola da 2,250 litri ("che risparmi"), bicchieri di plastica e pacco di ghiaccio. Quella dei bicchieri è stata una scelta dell'ultimo momento, perchè Ivan puntava sulle forbici (prezzo tra i 3 e i 9 euro) per una soluzione molto macchinosa ma che lui inizialmente credeva la migliore.
Ho dimenticato il totale speso, ma sicuramente è quasi il doppio di quello che si poteva spendere il giorno prima, senza contare il ghiaccio che si può fare a casa, ma questo gli spagnoli lo ignorano, perchè nella loro ingenuità pensano ancora che la creazione del ghiaccio sia un privilegio esclusivo di sua divinità la produzione industriale.
Arriviamo al porto alle 18:30, circa un'ora e mezza più tardi rispetto all'orario che si era prefissato il puntualissimo Ivan.
Chiedo a un poliziotto dove possiamo lasciare le bici, e lui dopo 4-5 frasi mi fa capire che non sa un cazzo. Ci arrangiamo, io con un po' di paranoia della nuova legge che ti proibisce di legare le biciclette a pali e lampioni.
Il megaschermo non è poi così mega come dicevano.. ma va bene. Gli spalti sono già tutti occupati ma lo spiazzo davanti è tutto libero. Una bella distesa di asfalto che ha preso tutti i 30-33 gradi di questa giornata di luglio.
Fa un caldo della puta hostia, e io non riesco a coniugare i verbi perchè mi si impasta la lingua, quindi (la idea più saggia della giornata) io e Ivan decidiamo di andare a farci il bagnetto.
CONTRO: la parte di spiaggia vicino al porto... già lo sappiamo tutti, no? Resto dentro 30 secondi, poi esco schifata e vado a farmi una doccia, dove vengo premiata dalla visione di culi e tette piacevolmente e chiaramente olandesi (pro).
Mentre ci asciughiamo Ivan prepara i primi due rhum e cola, uno per lui e uno per me che lui dice superleggero ma che mi fa cagare e ho voglia di buttare nella sabbia di nascosto per poi dire "Finito! Buono, eh?", ma sono una ragazza troppo ben educata per fare questo genere di cose, quindi aspetto che diventi caldo e poi cerco di rifilarlo a Ivan, che ci ributta dentro altri due cubetti di ghiaccio e me lo restituisce.
Voglio già morire ma è tempo di andare.
Recuperiamo due amici di Ivan.
I tre rimangono su una panchina a chiacchierare come settantenni fuori dal circolino dei vecchi finchè non faccio notare che davanti al superipermegaschermo tra poco non ci sarà più posto.
Infatti non c'è più posto.
Dopo aver girato un po' i ragazzi decidono di fermarsi sul prato. Carino.
PRO: più fresco dell'asfalto, ma non troppo.
CONTRO: è il posto più idiota che si poteva scegliere, non si vede niente perchè il prato è in leggera, quasi impercettibile ma reale discesa man mano che la distanza dallo schermo aumenta, quindi le persone davanti saranno sempre più in alto di quelle dietro.
Faccio notare che non ha assolutamente senso restare lì, faccio anche le facce tristi ma nessuno mi caga, anzi, credo mi considerino un tappo senza speranza e niente più, mentre dall'alto del loro metro e settantacinque cercano di convincermi "che lì non si va a vedere la partita, si va perchè c'è l'ambiente". Ma l'ambiente de che?? Io sono venuta a vedere giocare la Spagna, non a vedere gridare dei valenciani ubriachi.
Senso di impotenza.
Dico che andrò a casa a vederla ma non ci crede nessuno, nemmeno io. Sarebbe troppo triste vederla da sola.
Uno mi dice "Tranquilla, quando inizia la partita tutti si siederanno e così noi potremo vedere". Non gli dico che è un illuso se conta solo su questo per poter vedere qualche pixel di Soccer City.
Però questo sí, lo guardo negli occhi e gli dico "Avanti, scommettiamo quello che vuoi. Conosco gli spagnoli, non si siederà nessuno". Lui abbozza un sorriso, in effetti la mia sicurezza è disarmante, è preso in contropiede e non risponde nulla, quasi sicuramente ripensando a tutti gli eventi che ha visto, a tutte le volte che ha visto spagnoli riunirsi, e forse decide che ho ragione ma non me lo dice.
I tre porcellini scemi bevono e fumano mentre intorno a noi c'è sempre più gente e io vedo sempre meno di quel nulla che vedevo inizialmente.
Depressione.
Ore 20:25, a pochi minuti dall'inno
Finalmente arriva il Deus Ex Uruguay, A.K.A. Cecilia, che con il suo solito fare da madre che ancora non è obbliga i pargoli a spostarsi da quel cazzo di posto e ad andare al bar, sì, al bar, dove c'è la tele e almeno si può vedere la partita.
La amo, voglio che sia la madre dei miei figli, così siamo sicuri che non crescono scemi, ma ormai ho deciso di andare a vedere la partita semplicemente dieci metri più in là, dove c'è Marco di Livorno con una banda di sconosciuti e dove IL MEGASCHERMO, OVVIAMENTE, SI VEDE BENISSIMO.
Un po' mi dispiace lasciare gli amichetti spagnoli, ma neanche tanto.
Prometto di passare con loro il secondo tempo.
La partita inizia mentre Ivan e i suoi cercano un posto dove stare, e io mi godo l'inno dal mio angolo di prato (in piedi).
Emozione e ritrovatà felicità, anche se con una nota amara. Però vaffanculo, voglio vederla, 'sta cazzo di partita che manco io ci credo che sono qui a tifare Spagna con tutto il cuore, e la Nazionale Azzurra non mi ricordo nemmeno più quando mi ha fatto sentire così carica di energia positiva.
Il sole è impietoso, nonostante sappiamo tutti che tra un'oretta tramonterà dietro di noi, ma ancora non sembra, e nessuno lo direbbe con certezza se non fosse che da qualche milione di anni, ormai, fa così.
Ore 21:10, 0-0
Poco prima della fine del primo tempo cerco di sentire Ivan per sapere dove sono andati e così raggiungerli. Ma non ci riesco.
Il primo tempo finisce con poche emozioni e nessun gol.
Rimpiango un po' la semifinale, che ricordo al cardiopalma e piena di magnifiche azioni della squadra spagnola, una dopo l'altra.
Durante la pausa cerco di fare un po' di pablicrelascions con gli amici di Marco. Offro frutta, chiacchiero, rifiuto una scommessa scusandomi ("la mia religione me lo proibisce", e fine delle domande), e scopro che le ragazze sedute accanto a me sono polacche.
Una dice: "La pausa dura mezz'ora, vero?".
E l'altra: "Ma perchè non segna nessuno? È la mia prima partita, io pensavo che i gol si facessero uno dopo l'altro".
Vorrei chiedere dove sono finita. Invece chiedo loro quanti anni hanno. Marco mi chiarisce molte cose dicendomi che la Polonia non vede un mondiale da un po'. E oggi me lo conferma Wikipedia:
* 1930 - Non partecipante
* 1934 - Ritiratasi durante le qualificazioni
* 1938 - 1° turno (tra le prime 15)
* 1950 - Non partecipante
* 1954 - Ritirata
* 1958 - Non qualificata
* 1962 - Non qualificata
* 1966 - Non qualificata
* 1970 - Non qualificata
* 1974 - 3° posto (minchia)
* 1978 - 2° turno (Quarti di Finale)
* 1982 - 3° posto
* 1986 - Ottavi di Finale
* 1990 - Non qualificata
* 1994 - Non qualificata
* 1998 - Non qualificata
* 2002 - 1° turno
* 2006 - 1° turno
* 2010 - Non qualificata
Poveri polacchi.
Ivan si fa sentire all'inizio del secondo tempo, ma ormai col cavolo che mi muovo!
In più ho trovato un posto migliore rispetto a quello del primo tempo.
CONTRO: davanti a me una cicciona non ha fatto che dondolare per 45 minuti. Un dondolío come quello dei dementi ma, invece di andare avanti e indietro, lei andava da sinistra a destra, spostando il suo dolce peso lentamente da un piede all'altro, un po' come quando ascoltiamo una canzoncina piacevole e ci ninniamo canticchiando come beoti.
Solo che non c'era nessuna cazzo di canzoncina piacevole, e l'audio di quella sera era principalmente composto da cori da stadio in spagnolo, parolacce infami rivolte ai poveri olandesi, diversi "UYYYY" dovuti a azioni non finite degli attaccanti delle due squadre, maledette vuvuzelas (una delle quali infilata dritta nel mio orecchio destro), calci ai bagni chimici che visti da dietro sembravano scatoloni posseduti da spiritelli poltergeist al profumo di fragola. No no, la cicciona era nervosa, e si notava quando porca troia in prossimità di un gol si tappava la faccia con la bandiera o con le sue bracciozze cicciottelle oscurando completamente la mia visione frontale.
L'ho odiata ma a volte mi faceva pena e l'istinto, spesso, è stato quello di metterle le mani sulle spalle, bloccarla e sussurrarle all'orecchio: "calmati, cazzo".
Istinto controllato.
Il secondo tempo è molto più bello del primo, ma si conclude con un niente di fatto, mille ammonizioni e Xavi che non ne mette una dentro e mi fa innervosire, anche perchè lui (Xavi) mi confonde molto. Con la sua faccia così italoamericana. Sembra uscito da un film con Andy Garcia e Al Pacino.
Ore 22:20, fine secondo tempo, 0-0
Si va ai supplementari.
I supplementari mi stancano.
A malincuore lascio il mio angolo di prato e vado da Ivan, che nel frattempo mi ha fatto sapere che è all'edificio Veles i Vents, il cuore fighetto dell'America's Cup fighetta.
In un bar fighetto diversi fighetti bevono da bicchieri fighetti seduti ai loro tavoli riservati e fighetti.
A equilibrare il tutto c'è il gruppetto davvero poco fighetto di Ivan spalmato per terra davanti alla tele.
I supplementari sono già iniziati da 3 minuti.
Il primo tempo finisce e un'orda di idioti va verso il bar. Io mi trovo giusto tra i due (gli idioti e il bar). La cosa mi innervosisce.
Ma per fortuna inizia il secondo tempo supplementare e ho altro a cui pensare.
Quando Heitinga viene espulso e gli olandesi restano in 10 è il tripudio, ma uno dei nostri, Antonio, forse non regge l'emozione e se ne va.
Dice a pisciare, ma in realtà non lo si vede a lungo, fino al gol di Iniesta che fa esplodere tutto il porto e l'orda di idioti si catapulta fuori dal bar e corre senza guardare quello che sta schiacciando (tra cui il mio zaino). Mi alzo terrorizzata, ma l'orda è ormai passata e posso saltare contenta e gridare con gli altri.
Siamo tutti in piedi e per un po' nessuno si lamenta del fatto che la tele sia completamente oscurata, mentre Ivan la tappa completamte e si fa video e foto con gli amichetti davanti allo schermo.
Alla fine mi siedo e tutti mi seguono, còsì possiamo finire di vedere questi maledetti ultimi minuti che sembrano non finire mai.
Quando l'arbitro fischia la fine il boato che mi aspettavo non arriva.
Gli spagnoli hanno già dato il meglio dopo il gol. Vedo Casillas piangere e piango anche io.
Però sí, altra gioia esplode dopo la consegna della Coppa e inizia la festa. Tutti tranne me e gli uruguaji saltano dicendo "Yo soy español, español, español".
Sì, sono contenta, ma non sono spagnola e non sono euforica perchè il mondiale non è mio e la pelle dove Ivan mi ha disegnato la bandiera spagnola a tradimento è ancora territorio italiano.
Alla fine di un mondiale vengo sempre presa da una depressione post-mondiale dovuta al fatto che all'improvviso, da un giorno all'altro, vengono a mancare le attese per le partite "belle da vedere" e le tachicardie per i gol sfiorati e ritrovarsi con gli amichetti al bar davanti alla tele come dei bravi pensionati. Insomma, da tanta adrenalina a tanta tranquillità.
Ma questa volta il tutto è aggravato dal ricordo che la mia Nazionale non si è nemmeno qualificata per gli ottavi...
La terrazza fighetta, per una volta, viene assalita da una moltitudine assolutamente non fighetta.
Ragazzine in maglietta, famiglie, gente in costume, e il solito esibizionista euforico che sale su un tetto (non capisco come, lo vedo ma non capisco come lo fa, forse è uno scimpanzè, il che rinforza la mia tesi secondo la quale l'uomo iberico discende direttamente dalla scimmia). L'orango magro sventola la bandiera fino a quando qualcuno lo avverte che arriva la polizia, allora scende, scivola giù da una colonna liscia (sempre senza farmi capire come) e scappa, e dietro di lui decine di persone, tutte rosse e gialle, come supereroi con la bandiera per mantello, spariscono dietro un angolo formando un'onda che segue una geometria incantevole, perfetta, e tornano dopo un paio di minuti, per godersi Gloria Gaynor, i Queen e tutta una serie di banalità come sempre in questi casi molto coinvolgenti.
Continuo a dire che voglio andare a fare il bagno, ma le mie speranze non fanno che affievolirsi di minuto in minuto, fino al momento in cui sento che si spezzano definitivamente.
Infatti il gruppo spagnolo mi rovina decisamente la chiusura della serata quando capisco che tutti, a mezzanotte, non solo devono ancora mangiare, ma non si sono nemmeno portati un misero panino da casa.
Cerco di sentire Marco, che sapevo anche lui desideroso di buttarsi in acqua. Mi chiama, ma il rumore è tale che non sento nulla, gli chiedo di mandarmi un messaggio, ma sarà l'ultima volta che ho sue notizie.
Mayday, mayday, stiamo per precipitare, abbiamo perso i contatti con la nostra ultima speranza di salvezza, addio mondo crudele, dite a Jessica Rabbit che l'ho sempre amata.
Ci allontaniamo dalla terrazza passando in mezzo ai ballerini di salsa. È incredibile, la gente che balla salsa mi fa sempre lo stesso effetto. La scena mi sembra sempre uguale, ripetuta in diversi angoli del mondo. Un gruppo di coppie, normalmente con un peso complessivo leggermente superiore alla media europea, appena sente che qualcuno ha messo su una salsa esce dal nulla, come le mante (o le razze?) nascoste nella sabbia sul fondo dell'oceano (erano lì anche prima ma non si vedevano). Ballano con movimenti meccanici e espressioni tra il serio e il triste (non ho mai visto uno di loro sorridere), un po' come quando una casalinga stira i panni o lava i piatti. Le tocca, non è che le piace. I ballerini-manta (o razza?) mi fanno sempre questo effetto. Prestate attenzione la prossima volta che qualcuno mette su una salsa. Oppure fate un esperimento, portatevi uno stereo alla festa dell'unità, un cd di balli latinoamericani e anche un quaderno per prendere appunti.
A mezzanotte in punto c'è lo spettacolo di fuochi d'artificio, ma gli spagnoli non vogliono nemmeno vederlo, non capisco perchè. Mi sento davvero straniera e anche un po' sola.
Li accompagno a prendere una pizza finta che arriva dopo mezz'ora. Intanto prendo il mio tupperware e mi mangio la pasta preparata per il picnic.
Il mio Bento attira le attenzioni delle femmine iberiche, che non hanno mai visto nulla del genere e mi fanno mille domande, lo agitano per capire se suona e lo annusano come scimmie del Borneo che vedono per la prima volta un essere umano. Le tranquillizzo dicendo loro che "è come un tupperware, ma carino".
I maschi invece si interessano al contenuto, e ovviamente inizia la conversazione sul vegetarianesimo. Sono un po' nervosa e la situazione potrebbe peggiorare, peró per fortuna mi concentro su uno solo di loro, il quale sembra capire abbastanza velocemente quello che gli dico e sembra addirittura d'accordo. Ah, già, è lo stesso della scommessa, la prima, quella degli spagnoli che non si siederanno mai. Forse ha capito che con me è meglio non discutere.
C'è qualcosa che non quadra tra me e queste persone.
Oggi vorrei stare con chiunque tranne che con loro, eppure sono persone che mi sono sempre piaciute.
Realizzo che loro sono felicissimi perchè La Roja ha vinto il suo primo Mondiale e sono tutti pieni di alcol.
Io sono lucidissima + la mia Nazionale quest'anno ha fatto veramente cagare = deprescion.
Non so più a che ora finiamo di cenare e io tento per l'ultima volta di chiamare Marco, ma senza risultato.
Usciamo dal porto e io sono sempre più insoddisfatta.
Ai mille fastidi si unisce l'ennesimo: io e Ivan abbiamo la bici. Tutti gli altri vanno a piedi. Questa è una delle cose che sopporto meno quando esco. Dover tardare un'ora per percorrere un tragitto che in bici si fa in cinque minuti.
Stiamo con loro fino al primo grande incrocio, poi li lasciamo in balía di una ricerca di taxi. Nemmeno Ivan sopporta la gente a piedi.
Finalmente mi godo una bella biciclettata con il mio amichetto su Avenida del Puerto.
Mi chiama anche Mr. Z così sono ancora più contenta.
Le macchine ci passano accanto e gridano GUAPO a Ivan (lui mi chiede subito di confermare e ne approfitta per chiedermi di testimoniare in futuro in presenza di terzi non presenti all'evento), ci sono bandiere ovunque e tutti gridano fuori dai finestrini.
È tutto molto piacevole, ma ormai ho deciso che andrò a casa.
Ivan mi prega di restare con lui e di andare al Carmen, in centro.
Declino e declino e declino, finchè non gli dò la mano e gli dico: "Ah, congratulazioni per la vostra promozione".
Dal nulla a campioni d'Europa quando nessuno ci credeva a Campioni del Mondo quando tutti lo volevano e ne avevano bisogno, come per confermare qualcosa che era nell'aria, e cioè che ultimamente la Spagna in quanto a sport sta davvero dando la merda a un bel po' di gente.
Ivan sorride, si ricorda che ha vinto un Mondiale e mi lascia andare a casa contento.
Faccio la doccia, poi guardo due puntate di Samurai Champloo mentre fuori impazza il delirio, ma il rumore smette come improvvisamente verso le 3. Non si sente più nulla e io non ho più sonno.
Sono le due del pomeriggio del primo giorno da Campeones del Mundo.
Mentre sono sul divano a mangiare una pasta tiepida perchè muoio di caldo ripenso a ieri e all'altalena di emozioni.
Fuori la città è più silenziosa del solito.
Mentre sono sul divano a mangiare una pasta tiepida perchè muoio di caldo ripenso a ieri.
È domenica, 11 luglio 2010.
Stasera la Spagna si gioca la finale con i Paesi Bassi.
Per assistere alla finale del mondiale a Valencia sono stati installati alcuni megaschermi.
Devo sceglierne uno insieme a Ivan, valenciano, e come ogni spagnolo al suo primo mondiale.
Scopro che è anche possibile vedere la partita al cinema, normale o in 3D. E io ovviamente ci provo, la butto lì, perchè mi piacerebbe davvero tanto tanto... ma Ivan non prende nemmeno in considerazione l'eventualità, quindi capisco e taccio.
Alla fine lui opta per un megaschermo al Parque del Oeste.
PRO: è un parco quindi si suppone che non si morirà di caldo come in altri posti
CONTRO: oltre ad essere all'altro lato della città rispetto a casa mia, scopro che dovrò essere lì alle 4 perchè così ha deciso Ivan, che vuole prendersi i posti e non perdersi nulla dell'incontro.
Breve calcolo: 4 ore e mezza all'aperto prima che inizi la partita, più due ore di partita siamo già a 6 ore e mezzo, una possibile proroga di 30 minuti ci porta a 7 ore, non oso pensare all'eventualità dei rigori. Quasi un'ora tra andata e ritorno in bicicletta.
Totale: un casino di tempo da passare fuori casa, al quale vanno aggiunti i (possibili ma non certi) festeggiamenti del post-mondiale.
Soluzione: mi attrezzo per un pic-nic de puta madre.
Problema: a poche ore dalla partita scopro per vie traverse (A.K.A. Deus ex Machina Digitale la mailing list di CouchSurfing Valencia) che quella del megaschermo al Parque del Oeste è una cazzo di bufala.
Sento Ivan, che per un attimo si fa riprendere dallo stress pre-primomondiale, ma riprende subito in mano la situazione e mi dice "Allora andiamo al porto". Esattamente quello che non volevo sentirmi dire.
Il porto dell'America's Cup.
Questo relitto post-industriale post-fighetto pre-crisieconomica i cui ristoranti dagli infissi bianchi sono stati smangiati e arruginiti da un solo anno di salsedine.
Questo ingombrante e inutile non-luogo che cerco di evitare da 3 anni con tutte le mie forze, soprattutto durante i vari grandi eventi che si sono succeduti dopo la regata, prima fra tutti l'insopportabile e insensata Formula 1.
Questo posto di merda ora me lo devo condividere con una moltitudine di spagnoli iper-eccitati e se possibile più rumorosi del solito, cosa che i miei sensi tutti sarebbero stati felici di non incontrare mai.
Ora mi tocca.
E questi erano i contro.
L'unico pro è che la vicinanza della spiaggia mi rallegra infinitamente con la possibilità di ripetuti bagni in mare prima e dopo la partita.
Ivan dice che passerà da me alle 16:45, e che alle 16 mi chiamerà per dirmi se verrà in macchina o in bicicletta.
Intanto preparo l'occorrente per il pic-nic che in ogni caso avrà luogo, perchè le ore da passare fuori casa sono più o meno le stesse.
Ma in più passo da un chino e compro minifrigo, freesbee e un vaporizzatore per l'acqua.
Vedo Debora alle 3, passo con lei un'oretta, un'oretta piacevole, con birra e chiacchierate, tragicamente interrotta come un coito alle 4 perchè so che Ivan mi chiamerà a casa.
Ivan, ovviamente, non chiama.
Ci penso io, verso le 4 e mezza.
"Hola Ivan"
"Holaaa, que paaasaaa"
"Come que pasa? Mi dovevi chiamare alle 4!"
"Ah, già. Bè, il mio amico non mi risponde quindi vengo in bici, esco tra una decina di minuti".
Ivan arriva a casa mia alle 17:45, con esattamente un'ora di ritardo.
Alle 17:46 mi dice "Dobbiamo passare all'OpenCor a prendere da bere".
Dicesi "OpenCor":
supermercato aperto anche di notte e festivi, per lo più frequentato da idioti che hanno programmato per una domenica una festa o un'uscita o una cena da mesi, ma dio ce ne scampi e liberi dal passare da un normalissimo Mercadona il sabato e risparmiare decine e decine di euro. No no. Tanto c'è OpenCor che mi fa pagare un pacco di pasta 14 milioni di euro e una birra l'ira di ddio.
Questo sí, è tipicalispenisc. Ma l'economia (fino a poco tempo fa) girava con loro. Ora non gira più un cazzo ma gli spagnoli sono un po' duri a perdere certe abitudini cretine.
Passiamo venti minuti in OpenCor, la maggior parte spesi girando invano senza trovare il rhum, e il resto del tempo passato a convincere Ivan che non posso bere alcol.
Alla fine, ovviamente, puntiamo sul classico.
Rhum (che era in cassa, alla fine..), Coca-Cola da 2,250 litri ("che risparmi"), bicchieri di plastica e pacco di ghiaccio. Quella dei bicchieri è stata una scelta dell'ultimo momento, perchè Ivan puntava sulle forbici (prezzo tra i 3 e i 9 euro) per una soluzione molto macchinosa ma che lui inizialmente credeva la migliore.
Ho dimenticato il totale speso, ma sicuramente è quasi il doppio di quello che si poteva spendere il giorno prima, senza contare il ghiaccio che si può fare a casa, ma questo gli spagnoli lo ignorano, perchè nella loro ingenuità pensano ancora che la creazione del ghiaccio sia un privilegio esclusivo di sua divinità la produzione industriale.
Arriviamo al porto alle 18:30, circa un'ora e mezza più tardi rispetto all'orario che si era prefissato il puntualissimo Ivan.
Chiedo a un poliziotto dove possiamo lasciare le bici, e lui dopo 4-5 frasi mi fa capire che non sa un cazzo. Ci arrangiamo, io con un po' di paranoia della nuova legge che ti proibisce di legare le biciclette a pali e lampioni.
Il megaschermo non è poi così mega come dicevano.. ma va bene. Gli spalti sono già tutti occupati ma lo spiazzo davanti è tutto libero. Una bella distesa di asfalto che ha preso tutti i 30-33 gradi di questa giornata di luglio.
Fa un caldo della puta hostia, e io non riesco a coniugare i verbi perchè mi si impasta la lingua, quindi (la idea più saggia della giornata) io e Ivan decidiamo di andare a farci il bagnetto.
CONTRO: la parte di spiaggia vicino al porto... già lo sappiamo tutti, no? Resto dentro 30 secondi, poi esco schifata e vado a farmi una doccia, dove vengo premiata dalla visione di culi e tette piacevolmente e chiaramente olandesi (pro).
Mentre ci asciughiamo Ivan prepara i primi due rhum e cola, uno per lui e uno per me che lui dice superleggero ma che mi fa cagare e ho voglia di buttare nella sabbia di nascosto per poi dire "Finito! Buono, eh?", ma sono una ragazza troppo ben educata per fare questo genere di cose, quindi aspetto che diventi caldo e poi cerco di rifilarlo a Ivan, che ci ributta dentro altri due cubetti di ghiaccio e me lo restituisce.
Voglio già morire ma è tempo di andare.
Recuperiamo due amici di Ivan.
I tre rimangono su una panchina a chiacchierare come settantenni fuori dal circolino dei vecchi finchè non faccio notare che davanti al superipermegaschermo tra poco non ci sarà più posto.
Infatti non c'è più posto.
Dopo aver girato un po' i ragazzi decidono di fermarsi sul prato. Carino.
PRO: più fresco dell'asfalto, ma non troppo.
CONTRO: è il posto più idiota che si poteva scegliere, non si vede niente perchè il prato è in leggera, quasi impercettibile ma reale discesa man mano che la distanza dallo schermo aumenta, quindi le persone davanti saranno sempre più in alto di quelle dietro.
Faccio notare che non ha assolutamente senso restare lì, faccio anche le facce tristi ma nessuno mi caga, anzi, credo mi considerino un tappo senza speranza e niente più, mentre dall'alto del loro metro e settantacinque cercano di convincermi "che lì non si va a vedere la partita, si va perchè c'è l'ambiente". Ma l'ambiente de che?? Io sono venuta a vedere giocare la Spagna, non a vedere gridare dei valenciani ubriachi.
Senso di impotenza.
Dico che andrò a casa a vederla ma non ci crede nessuno, nemmeno io. Sarebbe troppo triste vederla da sola.
Uno mi dice "Tranquilla, quando inizia la partita tutti si siederanno e così noi potremo vedere". Non gli dico che è un illuso se conta solo su questo per poter vedere qualche pixel di Soccer City.
Però questo sí, lo guardo negli occhi e gli dico "Avanti, scommettiamo quello che vuoi. Conosco gli spagnoli, non si siederà nessuno". Lui abbozza un sorriso, in effetti la mia sicurezza è disarmante, è preso in contropiede e non risponde nulla, quasi sicuramente ripensando a tutti gli eventi che ha visto, a tutte le volte che ha visto spagnoli riunirsi, e forse decide che ho ragione ma non me lo dice.
I tre porcellini scemi bevono e fumano mentre intorno a noi c'è sempre più gente e io vedo sempre meno di quel nulla che vedevo inizialmente.
Depressione.
Ore 20:25, a pochi minuti dall'inno
Finalmente arriva il Deus Ex Uruguay, A.K.A. Cecilia, che con il suo solito fare da madre che ancora non è obbliga i pargoli a spostarsi da quel cazzo di posto e ad andare al bar, sì, al bar, dove c'è la tele e almeno si può vedere la partita.
La amo, voglio che sia la madre dei miei figli, così siamo sicuri che non crescono scemi, ma ormai ho deciso di andare a vedere la partita semplicemente dieci metri più in là, dove c'è Marco di Livorno con una banda di sconosciuti e dove IL MEGASCHERMO, OVVIAMENTE, SI VEDE BENISSIMO.
Un po' mi dispiace lasciare gli amichetti spagnoli, ma neanche tanto.
Prometto di passare con loro il secondo tempo.
La partita inizia mentre Ivan e i suoi cercano un posto dove stare, e io mi godo l'inno dal mio angolo di prato (in piedi).
Emozione e ritrovatà felicità, anche se con una nota amara. Però vaffanculo, voglio vederla, 'sta cazzo di partita che manco io ci credo che sono qui a tifare Spagna con tutto il cuore, e la Nazionale Azzurra non mi ricordo nemmeno più quando mi ha fatto sentire così carica di energia positiva.
Il sole è impietoso, nonostante sappiamo tutti che tra un'oretta tramonterà dietro di noi, ma ancora non sembra, e nessuno lo direbbe con certezza se non fosse che da qualche milione di anni, ormai, fa così.
Ore 21:10, 0-0
Poco prima della fine del primo tempo cerco di sentire Ivan per sapere dove sono andati e così raggiungerli. Ma non ci riesco.
Il primo tempo finisce con poche emozioni e nessun gol.
Rimpiango un po' la semifinale, che ricordo al cardiopalma e piena di magnifiche azioni della squadra spagnola, una dopo l'altra.
Durante la pausa cerco di fare un po' di pablicrelascions con gli amici di Marco. Offro frutta, chiacchiero, rifiuto una scommessa scusandomi ("la mia religione me lo proibisce", e fine delle domande), e scopro che le ragazze sedute accanto a me sono polacche.
Una dice: "La pausa dura mezz'ora, vero?".
E l'altra: "Ma perchè non segna nessuno? È la mia prima partita, io pensavo che i gol si facessero uno dopo l'altro".
Vorrei chiedere dove sono finita. Invece chiedo loro quanti anni hanno. Marco mi chiarisce molte cose dicendomi che la Polonia non vede un mondiale da un po'. E oggi me lo conferma Wikipedia:
* 1930 - Non partecipante
* 1934 - Ritiratasi durante le qualificazioni
* 1938 - 1° turno (tra le prime 15)
* 1950 - Non partecipante
* 1954 - Ritirata
* 1958 - Non qualificata
* 1962 - Non qualificata
* 1966 - Non qualificata
* 1970 - Non qualificata
* 1974 - 3° posto (minchia)
* 1978 - 2° turno (Quarti di Finale)
* 1982 - 3° posto
* 1986 - Ottavi di Finale
* 1990 - Non qualificata
* 1994 - Non qualificata
* 1998 - Non qualificata
* 2002 - 1° turno
* 2006 - 1° turno
* 2010 - Non qualificata
Poveri polacchi.
Ivan si fa sentire all'inizio del secondo tempo, ma ormai col cavolo che mi muovo!
In più ho trovato un posto migliore rispetto a quello del primo tempo.
CONTRO: davanti a me una cicciona non ha fatto che dondolare per 45 minuti. Un dondolío come quello dei dementi ma, invece di andare avanti e indietro, lei andava da sinistra a destra, spostando il suo dolce peso lentamente da un piede all'altro, un po' come quando ascoltiamo una canzoncina piacevole e ci ninniamo canticchiando come beoti.
Solo che non c'era nessuna cazzo di canzoncina piacevole, e l'audio di quella sera era principalmente composto da cori da stadio in spagnolo, parolacce infami rivolte ai poveri olandesi, diversi "UYYYY" dovuti a azioni non finite degli attaccanti delle due squadre, maledette vuvuzelas (una delle quali infilata dritta nel mio orecchio destro), calci ai bagni chimici che visti da dietro sembravano scatoloni posseduti da spiritelli poltergeist al profumo di fragola. No no, la cicciona era nervosa, e si notava quando porca troia in prossimità di un gol si tappava la faccia con la bandiera o con le sue bracciozze cicciottelle oscurando completamente la mia visione frontale.
L'ho odiata ma a volte mi faceva pena e l'istinto, spesso, è stato quello di metterle le mani sulle spalle, bloccarla e sussurrarle all'orecchio: "calmati, cazzo".
Istinto controllato.
Il secondo tempo è molto più bello del primo, ma si conclude con un niente di fatto, mille ammonizioni e Xavi che non ne mette una dentro e mi fa innervosire, anche perchè lui (Xavi) mi confonde molto. Con la sua faccia così italoamericana. Sembra uscito da un film con Andy Garcia e Al Pacino.
Ore 22:20, fine secondo tempo, 0-0
Si va ai supplementari.
I supplementari mi stancano.
A malincuore lascio il mio angolo di prato e vado da Ivan, che nel frattempo mi ha fatto sapere che è all'edificio Veles i Vents, il cuore fighetto dell'America's Cup fighetta.
In un bar fighetto diversi fighetti bevono da bicchieri fighetti seduti ai loro tavoli riservati e fighetti.
A equilibrare il tutto c'è il gruppetto davvero poco fighetto di Ivan spalmato per terra davanti alla tele.
I supplementari sono già iniziati da 3 minuti.
Il primo tempo finisce e un'orda di idioti va verso il bar. Io mi trovo giusto tra i due (gli idioti e il bar). La cosa mi innervosisce.
Ma per fortuna inizia il secondo tempo supplementare e ho altro a cui pensare.
Quando Heitinga viene espulso e gli olandesi restano in 10 è il tripudio, ma uno dei nostri, Antonio, forse non regge l'emozione e se ne va.
Dice a pisciare, ma in realtà non lo si vede a lungo, fino al gol di Iniesta che fa esplodere tutto il porto e l'orda di idioti si catapulta fuori dal bar e corre senza guardare quello che sta schiacciando (tra cui il mio zaino). Mi alzo terrorizzata, ma l'orda è ormai passata e posso saltare contenta e gridare con gli altri.
Siamo tutti in piedi e per un po' nessuno si lamenta del fatto che la tele sia completamente oscurata, mentre Ivan la tappa completamte e si fa video e foto con gli amichetti davanti allo schermo.
Alla fine mi siedo e tutti mi seguono, còsì possiamo finire di vedere questi maledetti ultimi minuti che sembrano non finire mai.
Quando l'arbitro fischia la fine il boato che mi aspettavo non arriva.
Gli spagnoli hanno già dato il meglio dopo il gol. Vedo Casillas piangere e piango anche io.
Però sí, altra gioia esplode dopo la consegna della Coppa e inizia la festa. Tutti tranne me e gli uruguaji saltano dicendo "Yo soy español, español, español".
Sì, sono contenta, ma non sono spagnola e non sono euforica perchè il mondiale non è mio e la pelle dove Ivan mi ha disegnato la bandiera spagnola a tradimento è ancora territorio italiano.
Alla fine di un mondiale vengo sempre presa da una depressione post-mondiale dovuta al fatto che all'improvviso, da un giorno all'altro, vengono a mancare le attese per le partite "belle da vedere" e le tachicardie per i gol sfiorati e ritrovarsi con gli amichetti al bar davanti alla tele come dei bravi pensionati. Insomma, da tanta adrenalina a tanta tranquillità.
Ma questa volta il tutto è aggravato dal ricordo che la mia Nazionale non si è nemmeno qualificata per gli ottavi...
La terrazza fighetta, per una volta, viene assalita da una moltitudine assolutamente non fighetta.
Ragazzine in maglietta, famiglie, gente in costume, e il solito esibizionista euforico che sale su un tetto (non capisco come, lo vedo ma non capisco come lo fa, forse è uno scimpanzè, il che rinforza la mia tesi secondo la quale l'uomo iberico discende direttamente dalla scimmia). L'orango magro sventola la bandiera fino a quando qualcuno lo avverte che arriva la polizia, allora scende, scivola giù da una colonna liscia (sempre senza farmi capire come) e scappa, e dietro di lui decine di persone, tutte rosse e gialle, come supereroi con la bandiera per mantello, spariscono dietro un angolo formando un'onda che segue una geometria incantevole, perfetta, e tornano dopo un paio di minuti, per godersi Gloria Gaynor, i Queen e tutta una serie di banalità come sempre in questi casi molto coinvolgenti.
Continuo a dire che voglio andare a fare il bagno, ma le mie speranze non fanno che affievolirsi di minuto in minuto, fino al momento in cui sento che si spezzano definitivamente.
Infatti il gruppo spagnolo mi rovina decisamente la chiusura della serata quando capisco che tutti, a mezzanotte, non solo devono ancora mangiare, ma non si sono nemmeno portati un misero panino da casa.
Cerco di sentire Marco, che sapevo anche lui desideroso di buttarsi in acqua. Mi chiama, ma il rumore è tale che non sento nulla, gli chiedo di mandarmi un messaggio, ma sarà l'ultima volta che ho sue notizie.
Mayday, mayday, stiamo per precipitare, abbiamo perso i contatti con la nostra ultima speranza di salvezza, addio mondo crudele, dite a Jessica Rabbit che l'ho sempre amata.
Ci allontaniamo dalla terrazza passando in mezzo ai ballerini di salsa. È incredibile, la gente che balla salsa mi fa sempre lo stesso effetto. La scena mi sembra sempre uguale, ripetuta in diversi angoli del mondo. Un gruppo di coppie, normalmente con un peso complessivo leggermente superiore alla media europea, appena sente che qualcuno ha messo su una salsa esce dal nulla, come le mante (o le razze?) nascoste nella sabbia sul fondo dell'oceano (erano lì anche prima ma non si vedevano). Ballano con movimenti meccanici e espressioni tra il serio e il triste (non ho mai visto uno di loro sorridere), un po' come quando una casalinga stira i panni o lava i piatti. Le tocca, non è che le piace. I ballerini-manta (o razza?) mi fanno sempre questo effetto. Prestate attenzione la prossima volta che qualcuno mette su una salsa. Oppure fate un esperimento, portatevi uno stereo alla festa dell'unità, un cd di balli latinoamericani e anche un quaderno per prendere appunti.
A mezzanotte in punto c'è lo spettacolo di fuochi d'artificio, ma gli spagnoli non vogliono nemmeno vederlo, non capisco perchè. Mi sento davvero straniera e anche un po' sola.
Li accompagno a prendere una pizza finta che arriva dopo mezz'ora. Intanto prendo il mio tupperware e mi mangio la pasta preparata per il picnic.
Il mio Bento attira le attenzioni delle femmine iberiche, che non hanno mai visto nulla del genere e mi fanno mille domande, lo agitano per capire se suona e lo annusano come scimmie del Borneo che vedono per la prima volta un essere umano. Le tranquillizzo dicendo loro che "è come un tupperware, ma carino".
I maschi invece si interessano al contenuto, e ovviamente inizia la conversazione sul vegetarianesimo. Sono un po' nervosa e la situazione potrebbe peggiorare, peró per fortuna mi concentro su uno solo di loro, il quale sembra capire abbastanza velocemente quello che gli dico e sembra addirittura d'accordo. Ah, già, è lo stesso della scommessa, la prima, quella degli spagnoli che non si siederanno mai. Forse ha capito che con me è meglio non discutere.
C'è qualcosa che non quadra tra me e queste persone.
Oggi vorrei stare con chiunque tranne che con loro, eppure sono persone che mi sono sempre piaciute.
Realizzo che loro sono felicissimi perchè La Roja ha vinto il suo primo Mondiale e sono tutti pieni di alcol.
Io sono lucidissima + la mia Nazionale quest'anno ha fatto veramente cagare = deprescion.
Non so più a che ora finiamo di cenare e io tento per l'ultima volta di chiamare Marco, ma senza risultato.
Usciamo dal porto e io sono sempre più insoddisfatta.
Ai mille fastidi si unisce l'ennesimo: io e Ivan abbiamo la bici. Tutti gli altri vanno a piedi. Questa è una delle cose che sopporto meno quando esco. Dover tardare un'ora per percorrere un tragitto che in bici si fa in cinque minuti.
Stiamo con loro fino al primo grande incrocio, poi li lasciamo in balía di una ricerca di taxi. Nemmeno Ivan sopporta la gente a piedi.
Finalmente mi godo una bella biciclettata con il mio amichetto su Avenida del Puerto.
Mi chiama anche Mr. Z così sono ancora più contenta.
Le macchine ci passano accanto e gridano GUAPO a Ivan (lui mi chiede subito di confermare e ne approfitta per chiedermi di testimoniare in futuro in presenza di terzi non presenti all'evento), ci sono bandiere ovunque e tutti gridano fuori dai finestrini.
È tutto molto piacevole, ma ormai ho deciso che andrò a casa.
Ivan mi prega di restare con lui e di andare al Carmen, in centro.
Declino e declino e declino, finchè non gli dò la mano e gli dico: "Ah, congratulazioni per la vostra promozione".
Dal nulla a campioni d'Europa quando nessuno ci credeva a Campioni del Mondo quando tutti lo volevano e ne avevano bisogno, come per confermare qualcosa che era nell'aria, e cioè che ultimamente la Spagna in quanto a sport sta davvero dando la merda a un bel po' di gente.
Ivan sorride, si ricorda che ha vinto un Mondiale e mi lascia andare a casa contento.
Faccio la doccia, poi guardo due puntate di Samurai Champloo mentre fuori impazza il delirio, ma il rumore smette come improvvisamente verso le 3. Non si sente più nulla e io non ho più sonno.
Sono le due del pomeriggio del primo giorno da Campeones del Mundo.
Mentre sono sul divano a mangiare una pasta tiepida perchè muoio di caldo ripenso a ieri e all'altalena di emozioni.
Fuori la città è più silenziosa del solito.