In teoria tutti sappiamo benissimo quanto io ami le fragole.
Ho ri-scoperto le fragole quando sono venuta a vivere in Spagna, quattro anni e mezzo fa (cazzo se passa il tempo).
Alle fragole dedicai (oltre che mille merende, colazioni e cene), addirittura un intero blog, il blog più bello del mondo, il blog al quale sono più affezionata tra tutti i cento blog che ho avuto. Il più sincero, il più libero... no, il più libero no, quello era un altro... ma sicuramente il più apprezzato dal mio pubblico.
Oggi ho comprato il primo cestino di fragole della stagione.
Stanno ancora a 4 euro al chilo, ma non è un problema: giorno dopo giorno il prezzo non fará che scendere, e la mia felicità arriverà a picchi inimmaginabili.
Quello che non so è se il mio esofago sopporterà le fragole come ha sempre fatto.
O dovró eliminare anche loro dalla mia dieta del cazzo.
Ma niente paura!
Siamo all'insegna dell'ottimismo, qui da queste parti, e abbiamo già pronto un degno sostituto delle fragole!
Signore e signori, ho il piacere di presentarvi la mia nuova addiction alimentare:
L'AVOCADO!
RICERCHINA: L'AVOCADO
L'avocado è un frutto davvero simpatico...
È originario della zona del Messico e il suo nome in lingua nahuatl significa "testicolo"! Gli Aztechi, che ne sapevano un casino, lo chiamavano "il frutto della fertilitá".
Contiene una percentuale di avocadene, un alcool che c'ha solo lui perchè è un figo.
Ha il 60% in più di potassio rispetto alla regina del potassio: la banana!
Apporta anche le vitamine B (utili per pelle, muscoli, sistema nervoso e immunitario), la E (antiossidante), e la K (utile per ossa, tessuti e coagulazione sanguigna).
È composto per il 75% da grassi, il che fa di lui quasi un burro, più che un frutto...
Tutto questo spiega decisamente la mia attuale pinguedine, perchè nelle ultime due settimane ho consumato circa 2 avocado al giorno, e mi stavo anche trattenendo.
Lo consumavo come capitava, ma soprattutto spalmato su una fetta di pane con olio. Oppure "alla kiwi", con un cucchiaino e via.
Spesso l'ho aggiunto all'insalata, oppure l'ho mangiato insieme ad un formaggio poco stagionato.
Ho imparato a tagliarlo in mille modi differenti e ad usarlo a fette.
All'inizio l'ho cercato soprattutto a colazione, ma dopo alcuni giorni ho notato che spesso tra un pasto e l'altro non riuscivo a resistere al suo richiamo.
Ho amato il fatto che non fosse dolce, nè aspro, bensì leggermente e squisitamente terroso.
Mi sono lasciata stregare dal suo colore, così artificiale e pop per essere un verde.
Ho apprezzato la sua consistenza: sa diventare morbido e spalmabile all'occorenza.
Ho riconosciuto la sua comodità: una volta aperto non è necessario consumarlo del tutto. Non sporca le dita, non unge, non lascia briciole, non perde succo.
Ho ricordato il consiglio di una messicana e consumavo la parte intorno al nocciolo per ultima, perchè così non annerisce (lei lasciava il seme dentro il guacamole fresco perchè si conservasse meglio).
L'ho persino dato al gatto prima di scoprire che è velenoso per alcuni animali (tra cui i gatti). Il gatto ovviamente ha apprezzato moltissimo.
Dopo queste idilliache due settimane, ieri mattina mi sono scoperta più pingue del previsto.
Come tutte le cose che mi piacciono, l'avocado è un nemico (questa volta non per il mio esofago o stomaco, bensì per il mio sederone).
Io e il mio nuovo amore siamo costretti a separarci, o almeno, a non vederci così spesso come ci eravamo abituati a fare durante questa appassionante luna di miele.
La vita è sofferenza.
I love you, Avy.